Prima che il terremoto sanitario mi colpisse nell’ottobre del 2007,ebbi un anticipo di problemi di salute,che visto con gli occhi di adesso non sarebbe neanche da ricordare,per la relativa gravità, che in quel momento mi era sembrata importante, ma paragonata a quello che mi è successo dopo pochi mesi e fino ad ora è come comparare la vasca d’acqua nel mio giardino con il lago di Garda.
Malgrado questo, mi diverte rileggere quello che pensavo in quel momento,riflettendo su quanto la vita sia imprevedibile anche a così poca distanza temporale e come gli avvenimenti possano cambiare i punti di vista in modo talmente radicale che non è facile riconoscersi,anche se alcune caratteristiche personali erano e saranno sempre le stesse qualsiasi cosa mi dovesse succedere.
Roma 28/02/2007
MA L'HAI VISTA L'ANCA?
Non sempre la notte porta consiglio,riposo e distensione.
Succede a volte che un sessantaduenne si addormenti la sera sentendosi un quarantenne e si svegli la mattina costretto a constatare che le sue capacità motorie e la sua efficienza fisica sono più vicine a quelle di un ottantenne.
Sorpresa, sorpresa!
Sarò diventato anche io un “diversamente abile”,mentre fino a poco fa ero un “normodotato”?
L'unica consolazione è che l'ipocrisia che si nasconde dietro questi termini ancora non mi ha toccato e anche se un po' di speranza di tornare come ero,ce l'ho,se così non fosse,preferirei definirmi zoppo.
In fondo non sono il solo e da quando sono entrato in questa avventura,mi sono reso conto, guardandomi in giro, di quanta gente cammina con il bastone o le stampelle anche se spesso sono persone più grandi di me.
Questa è la dimostrazione di una cosa che già sapevo benissimo e cioè che si possono fare tutti i programmi,organizzare e pianificare la propria vita nel modo più razionale e logico possibile,poi ti capita una cosa così e ti cambia completamente l'esistenza.
Devi trovare la forza e la capacità di riorganizzarti totalmente, perché, non si tratta solo di camminare male,ma del dolore che ti accompagna in tutta la giornata e degli impedimenti che derivano da avere una mano sempre impegnata con il bastone e che ogni azione o ogni movimento va calcolato.
Insomma è una condizione che ti assorbe completamente e che perciò incide su tutto quello che vorresti fare e che facevi prima,sia come tempi di esecuzione che anche come attenzione.
Comincio a dimenticarmi diverse cose in generale e di lavoro in particolare,per la prima volta in vita mia.
Che mi stia rincoglionendo di colpo?
Spero di no.
Ma a parte la memoria, il cervello non ha più la capacità di concentrazione che aveva e questo mi provoca non poche difficoltà.
Non tutto è perduto:
- ricordo di essere sposato,
- le donne mi piacciono ancora,
- la voglia di fare ancora ce l'ho,
- i miei gusti non sono cambiati,
- se mi fermo a riflettere mettendo da parte un po' di confusione mentale,riesco ancora a centrare le soluzioni,
- da seduto sono ancora in grado di fare quasi tutto.
Insomma se avrò la capacità di adattamento che la contingenza richiede, penso che potrò ancora fare molto senza farmi condizionare ma ragionando e comportandomi in base alle possibilità del momento.
Se poi guarirò meglio e tutto ricomincerà come prima.
Voglio precisare,però,che non ci tengo a tornare un “normodotato” che oltre a non piacermi come termine,non credo di essere mai stato.
Magari mi sono sempre illuso o è un fatto di presunzione ma la parola normale,nel bene e nel male, riferita a me, mi crea allergia.
La mia vita non finisce qui,almeno per ora,i miei affetti più veri sono tutti presenti,le aspirazioni ed i desideri pure,la stima per me stesso non declina e non credo che lo farà mai.
Niente è perduto,la vita continua e magari riuscirò a trovare il modo di renderla ancora molto piacevole.
Mi stavo preoccupando? Non vedo perché.
Si trattò di un versamento sulla testa del femore “un edema” per la precisione che un bravo medico seppe diagnosticare e curare molto bene tanto che dopo circa quattro mesi ho buttato il bastone e ricominciato a camminare normalmente,mai immaginando che dopo poco mi sarebbe successo tutto il cataclisma che già ho raccontato.
Si trattò di un versamento sulla testa del femore “un edema” per la precisione che un bravo medico seppe diagnosticare e curare molto bene tanto che dopo circa quattro mesi ho buttato il bastone e ricominciato a camminare normalmente,mai immaginando che dopo poco mi sarebbe successo tutto il cataclisma che già ho raccontato.
Il modo come me lo sono procurato resta un mistero sia per me che per il medico,ma probabilmente è servito ad introdurmi in un mondo,quello della malattia, progressivamente,anche se vi posso assicurare che a quelle cose non ci si fa mai l’abitudine e per fortuna che è così.


Nessun commento:
Posta un commento