LA VITA E’ ADESSO
“La vita è adesso”,diceva Claudio Baglioni, ”The life is now”, dice Vodafone.
Mi sembra incontestabile, la pensavo così anche prima di avere i problemi di salute ormai noti, figuriamoci adesso.
Per me il futuro non è mai stato qualcosa di concreto, di tangibile e lo è ancora meno ora.
Domani è un concetto aleatorio, fumoso, immaginario e soprattutto incerto, la vita per me è stato un susseguirsi di oggi almeno da un certo momento in poi e credo che ormai lo sarà fino a che un giorno qualcuno riferendosi a me,parlerà al passato.
Quando cito il futuro é sempre riferito agli altri, in genere e alle persone che amo in particolare.
E’ un concetto chiarissimo sin dall’antichità se solo si pensa al “Carpe Diem” di Orazio che viene citato spesso a sproposito senza riportare la frase per intero, che tradotta, continua: “confidando il meno possibile nel domani", di solito interpretata come un gretto opportunismo o nel senso di godersi la vita il più possibile, mentre voleva solo, semplicemente dire che l’uomo non può mai essere certo del dopo.
Con questo non dico che i progetti non si debbano fare, anzi sono giusti, doverosi e molto umani, specialmente se si riesce a dimenticare, almeno per un po’, quello che ho appena detto e, in particolare, se riguarda i molto giovani.
Li ho fatti e li faccio ancora, anche se, coerentemente, ma senza renderlo esplicito,da un certo momento in poi, riguardano le mie persone care e me, solo di conseguenza.
Per non essere male interpretato, meglio chiarire che non voglio assolutamente dire che io sono certo di morire domani o di ammalarmi ancora di più.
Il futuro non lo sa nessuno e conosco gente che doveva morire da più di quarant’anni ed è ancora qui e ragazzi poco più che ventenni, nel pieno della vita, che muoiono all’improvviso, dimostrando una volta in più,se ce ne fosse stato bisogno, che l’ingiustizia, oltre all’imprevedibilità, è una parte integrante e significativa della vita.
Dietro a tutto questo non si nasconde una nevrosi o peggio una depressione, anzi nel mio caso, non sono stato mai così allegro, neanche quando le cose mi andavano molto meglio di ora.
Tutto nasce dalla profonda convinzione che non sia giusto per me puntare sul domani.
Finché lavoravo ero costretto a progettare i passi successivi,magari malvolentieri, ma se volevo continuare era impossibile evitarlo, adesso che ho smesso, non ho neanche più quella costrizione e il mio pensiero, che era già presente, si è definitivamente consolidato.
Forse è proprio che non sono curioso e neanche interessato, a quello che accadrà, sono tutto concentrato a non sprecare neanche un minuto del momento che sto vivendo, nell’attimo stesso in cui lo vivo e che la vita, per me, non è scandita dalle ventiquattro ore.
Un tramonto non interrompe il tempo, che continua, non si ferma e quando lo farà, sarà definitivamente.
Scandire le ore e la tua storia in giorni, mesi, anni è una convenzione e non ha neanche molto senso.
A ognuno di noi viene concesso un periodo che inizia e finisce e quel tempo, quell’intermezzo tra la nascita e la morte, è l’unico che conti veramente, salvo che poi, per chi ci crede o per chi non credendoci verrà sorpreso,non continui ancora.
Ma la durata ha un’importanza relativa, conta molto quello che sei stato capace di fare durante l’intervallo che ti è toccato.
Vale di più la vita di Michelangelo che è vissuto moltissimo,di quella di Raffaello, del Caravaggio o di Mozart, che invece sono morti molto giovani?
Solo per scegliere tutti personaggi geniali, sui quali fare una graduatoria risulta quasi impossibile, perché, sarebbe addirittura banale paragonare uno di questi che ci hanno lasciato prematuramente, a una persona qualunque vissuta a lungo.
Ma questo risponde solo ad una parte del mio ragionamento, perché Raffaello e Caravaggio,pur nella loro breve esistenza, è probabile che qualche progetto l’avessero pur fatto, non prevedendo sicuramente la loro fine prematura.
Invece io sono convinto che l’unico progetto che conti veramente è quello che ti porti ad addormentarti la sera contento di te e di quello che hai fatto e ti svegli la mattina con lo stesso stato d’animo pronto a proseguire, non un nuovo giorno,ma la tua vita.
Ribadisco, qualora non mi fossi ancora spiegato bene,che in questo non c’è, almeno da parte mia, nessuna forma di pessimismo anzi, per me, il bicchiere è sempre mezzo pieno, usando un luogo comune per semplificare il concetto, e, non contare sul futuro, non dipende dalla convinzione che non mi aspetto niente di buono, ma dal fatto che non trovo utile e razionale puntare su una cosa che non puoi controllare e spesso neanche prevedere.
Perciò,Amore mio, e mi scuso con chi legge, per il fatto personale, l’addossarsi tutte le colpe del mondo,sentirsi sempre responsabile di qualcosa, non è giusto e neanche logico,ma in compenso è spesso molto doloroso.
Pur comprendendo che il senso del dovere, per chi lo sente come te,venendo da lontano, sia molto difficile da sconfiggere, sarebbe più giusto cercare di vivere il momento, senza lasciarsi condizionare da quello che potrà accadere domani, quando non ti senti in grado di assolvere a tutti i compiti che credi siano un tuo dovere.
Molti di questi te li sei dati da sola e ormai sei convinta di non potertene liberare più.
Invece,credo che, spesso siano falsi scopi, che potresti, almeno parzialmente, eliminare.
Secondo me dovresti ripensare la tua vita, valutare bene quello che veramente è importante per te e che può farti, se non felice, almeno contenta e dedicartici con tutte le tue forze e capacità.
Visto che nessuno sa quanto ci resta da stare insieme, utilizziamo ogni ora,ogni momento, in modo che valgano la pena di essere ricordati e se il tempo sarà lungo, molto meglio,vorrà dire che i nostri ricordi saranno ancora più pieni di quanto già non lo siano, se no, ci faremo bastare quelli che avremo potuto vivere.
Questo perché,di una cosa sono assolutamente convinto:
A mio avviso,non conta la quantità, ma la qualità.
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