IL FUTURO
Il razzismo è uno dei grandi mali della terra,c’è ed è molto diffuso dovunque,più di quanto,normalmente si voglia ammettere.
Non mi riferisco a quello degli stadi di cui si parla tanto ma che,secondo me, è solo un tifo molto scorretto che cerca di colpire l’avversario nel punto più sensibile, sperando di farlo innervosire e perciò rendere di meno. Non che per questo vada giustificato,ma il vero razzismo è un’altra cosa,molto più importante e grave.
Ci sono intere nazioni,per le quali il colore della pelle,il credo religioso ed addirittura il ceto sociale hanno costituito e costituiscono ancora, motivo di emarginazione.
Spesso,purtroppo,anche di sfruttamento e in molti casi,addirittura di angherie di tutti i tipi,sino ad arrivare alla tortura ed al tentativo di eliminazione fisica di una razza o di una comunità,che,in molti casi, sono anche riusciti e questo lo sanno tutti almeno quelli che vogliono saperlo anche perché succede anche oggi.
Stiamo vivendo,nel mondo,un periodo particolare riguardo a questi problemi,in quanto, in occidente, nella gente comune, si sta diffondendo l’idea che il nemico numero uno siano diventati gli islamici, spesso non a torto,visto il loro comportamento e l’insicurezza mondiale che ne deriva.
Non è la prima volta che succede nella storia,con gli islamici,ma in precedenza si trattava sempre di guerre di conquista, effettuate in vari modi, ma,che per loro,sono sempre finite con una sconfitta.
Questa volta,invece,il loro disegno si basa sul terrorismo e sulla consapevolezza che,essendo,superiori di numero e continuando ad avere una crescita molto più alta dei paesi occidentali,in particolare dell’Europa,con il passare del tempo,dovranno avere per forza la meglio se riusciranno ad inserirsi gradatamente nelle nostre città e nazioni.
Si tratterebbe perciò, di una strategia duplice,una che richiede tempi lunghi e modi pacifici, l’altra,che prende forza dal fondamentalismo religioso,con modi aggressivi e spesso vigliacchi.
Probabilmente,ascoltando le loro motivazioni,hanno anche qualche ragione,ma niente può giustificare il terrorismo.
L’Europa sta diventando sempre più vecchia e non solo d’età, e,spesso, dimentica i valori etici che sono stati il sogno di tanti grandi pensatori del passato,per lasciare il posto ad interessi economici,la cui prerogativa è di non guardare in faccia nessuno.
PECUNIA NON OLET.
Per questi motivi,gli islamici,che generalmente i soldi ce l’hanno, hanno già conquistato parecchi posti importanti in varie nazioni europee e se veramente esiste un disegno generale,sono già a buon punto.
Segnali di questo tipo si colgono anche da alcune decisioni di governi e dell’Unione Europea,la prima tra tutte è quella di non riconoscere nella costituzione le origini cristiano-ebraiche del continente,ma negli ultimi tempi si sente che qualcosa sta cambiando.
Per alcuni anni taluni paesi che si sentivano,secondo loro, anche con grande presunzione,a mio avviso,più democratici di altri,hanno sognato di realizzare una comunità multirazziale che alla prova dei fatti si è rivelata un fallimento e stanno facendo importanti passi indietro,penso all’Olanda e alla Francia e non solo.
Si inizia col chiedere di togliere il crocefisso dalle scuole o dai locali pubblici e poi con il passare del tempo magari si chiede di mettere l’immagine di Maometto.
Meno male che qualche reazione si comincia a vedere nei governi ma anche nell’opinione pubblica.
Gli americani,dall’11 settembre, stanno continuando a combatterli anche se ,forse, nel modo più sbagliato che potessero usare,malgrado, continuamente cerchino di aggiornare la loro strategia agli eventi, ma,per adesso, ottenendo frutti non decisivi rispetto allo sforzo impiegato. Vedremo come andrà a finire.
Descritta così la situazione sembrerebbe senza via di uscita,ma,essendo un inguaribile ottimista, credo negli uomini,come singoli,che tutti insieme fanno i popoli e le nazioni,credo che qualcuno prima o poi riuscirà a far rinsavire la gente,a far capire che non è questa la strada da seguire e che si può vivere insieme pacificamente rinunciando ai vari tentativi di sopraffazione da parte di tutti.
Certo far ragionare uno come il presidente dell’Iran,non sarà facile,ma i popoli in difficoltà vanno aiutati,non per i propri interessi,per conquistare nuovi mercati,ma per il bene di tutto il mondo,anche magari rinunciando a qualche privilegio,perché alla fine se ci si riesce,staranno meglio tutti,anche quelli che in questo momento pensano,che togliendo risorse al proprio paese per aiutare chi non ne ha,ricevono un danno.
Se si va avanti così,la gente disperata di tutto il mondo,sarà sempre una mina vagante per tutti gli altri.
Se si riuscirà in questo anche chi non vuol sentire,una volta isolato,dovrà per forza non dico adeguarsi ma almeno abbassare i toni e i comportamenti.
Le persone sono tutte uguali,sul piano dei sentimenti e delle necessità primarie,anche se hanno una cultura,un’estrazione sociale ed abitudini completamente diverse.
Si tratta di avere la capacità di far leva su questi valori e non solo sugli interessi di qualsiasi tipo siano.
Naturalmente buoni e cattivi ci sono ovunque,ma secondo me i cattivi sono una minoranza,anche se hanno,di solito,maggiore visibilità e sollecitare la parte migliore e più intima delle persone è un tentativo che è indispensabile e che prima o poi saremo costretti a fare, se vogliamo un futuro.
Ci servirebbe un miracolo nel quale,a capo delle maggiori nazioni del mondo,andassero personalità che,oltre alla cultura politica ed economica,avessero ben presente,ma sul serio, che le nazioni ormai contano sempre meno e che è tutto lo stesso mondo, che viviamo tutti insieme.
Mi ricordo di aver visto ultimamente un film australiano che raccontava la storia di due persone,un’australiana ed un giapponese,che per varie vicissitudini lavorative si trovavano a trascorrere un periodo della loro vita soli a stretto contatto e che,malgrado fossero due persone,che più diverse di così non si potrebbe,riuscivano ad istaurare un rapporto di amore e di amicizia,correggendo parzialmente,ognuno per la propria parte,i comportamenti,senza rinunciare all’identità.
E’ vero che si tratta solo di un film,e neanche di un capolavoro,che è un piccolo esempio,ma mi è sembrato molto realistico e mi ha rafforzato nell’idea che la strada del futuro sia proprio quella.
Chi mi conosce,sa che non amo soffermarmi troppo sulle cose scontate o sulle banalità e credo che su quello che ho elencato sino ad ora, la quasi totalità delle persone saranno d’accordo almeno in teoria e che probabilmente non fosse il caso di sprecarci neanche la carta su cui sono scritte.
Magari penseranno che si tratti di utopie,facili a dirsi,non altrettanto a concretizzarsi e questa a mio avviso, sarebbe un’altra banalità.
Non credo,penso che sia solo questione di tempo,che prima o poi ci si dovrà arrivare,sempre che si voglia avere un futuro.
Riflettete solo sui vari pensatori del passato che sognavano di repubbliche democratiche,quando erano diffusissime le monarchie assolute o le dittature e questo sino ai giorni nostri,o a chi capì che la terra girava intorno al sole e non viceversa, e potrei continuare così per molto,senza per questo voler fare paragoni irriverenti tra me e questi illustri pensatori o scienziati.
In quelle epoche si pensava che certe cose fossero impossibili da realizzarsi,che fossero sogni o addirittura sbagliate,non sarà tutto perfetto, ma spesso molti sogni si sono realizzati.
Sarebbe interessante poter parlare adesso con un uomo di quell’epoca e vedere come rimarrebbe,vedendo come sono organizzate quasi tutte le nazioni più importanti oggi.
Il futuro è nostro,credete,basta volerlo afferrare.
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