IL CORAGGIO E LA RESPONSABILITA’
Il coraggio,se non ce l’hai, nessuno te lo può dare,
diceva Don Abbondio.Non ne sono così sicuro.
L’uomo è imprevedibile e ci sono nella storia atti, anche di eroismo, eseguiti da persone che non erano certamente considerati dei “cuor di leone”.
Ma a parte questi,che sono casi limite,il coraggio che conta è quello che serve per affrontare la vita.
Per alcuni,purtroppo,questa parte dell’esistenza è molto difficile e spesso lasciano che gli eventi facciano il loro corso senza veramente affrontarli sul serio.
Un po’ per incapacità,un po’ per superficialità e spesso perché si è sicuri che prima o poi qualcuno ci penserà al posto loro.
Secondo me,si nasce con certe qualità,ma la vita è in movimento e lavorandoci molto,anche chi non ne ha alcune,le può acquisire,è questione di volontà e di impegno.
La cosa peggiore che ognuno di noi possa fare a se stesso, é quella di restare a guardare,immobile e immutabile.
L’uomo è diventato un uomo quando ha messo in pratica quello che pensava,fino a che è rimasto passivo, era un animale,magari pensante ma sempre un animale.
In aiuto arrivano,a volte,avvenimenti scatenanti,che riescono a farti fare cose che non credevi di essere in grado.
Dopo,e qui sta il bello,ti fanno scoprire una parte sconosciuta di te stesso,che magari neanche sospettavi e che ti aprono un mondo nuovo e un punto di vista diverso.
Questa naturalmente è un mia opinione,perché so bene che ci sono teorie,anche se non diffusissime, che contestano tutto questo ed elogiano l’importanza del pensiero fine a se stesso, che alimentandosi da solo come un ermafrodita, preferisce galleggiare nell’aria a disposizione di tutti.
Per me questo problema non è mai esistito,in quanto ho affrontato,fin da molto giovane,tutti quelli che mi sono trovato di fronte, riuscendo anche a risolverli, spesso.
Per questo motivo ho acquisito una sicurezza in me stesso,che in certi casi potrebbe diventare anche un pericolo,perché le sorprese non mancano mai e l’imprevedibile,in certi casi, supera la fantasia e l’immaginazione.
Non si può avere la certezza di essere adeguati in qualsiasi circostanza e di avere la forza ed il coraggio di affrontare l’inimmaginabile,sempre e comunque.
Mi sono occupato di tutto quello che accadeva a tutte le persone che avevo vicine,senza cercare ma anche ricevere grandi riconoscimenti,essendo ormai un fatto acquisito e anche un po’ scontato.
I miei parenti o gli amici ormai ci contano,io devo essere quello che è sempre presente e sul quale fare affidamento e questo,in certi casi,diventa un peso e una responsabilità che alla lunga può risultare oppressiva.
Questo è un ruolo che inconsapevolmente mi sono scelto da solo, iniziando a fare certe cose e non smettendo più.
Credo che sia un destino abbastanza diffuso e che in quasi tutte le famiglie ci sia un componente che si assume questo tipo di responsabilità per scelta o perché costretto dalla situazione.
Cosa accadrebbe se smettessi di occuparmi dei problemi di tutti quelli che ho intorno e mi limitassi ai miei e basta?
Se è vero che nessuno è insostituibile e di questo non sono del tutto certo,in qualche modo dovrebbero, comunque,risolvere da soli.
Magari,starebbero anche meglio.
Sono certo di aver fatto quello che ritenevo giusto e questo mi rasserena, anche se, qualche volta,è stata dura e mi sono spesso privato di una parte di libertà individuale, nel senso del tempo tolto a me stesso.
Sapete cosa c’è? Mi sono stancato,magari darò una delusione a qualcuno,ma credo che alla fine non ne morirà.
Considerando che su questo non ho ancora le idee chiare,forse mi conviene lasciare le cose così come stanno e da domani, chissà, farò altre scelte,sperando che queste siano il più possibile imprevedibili,soprattutto per me.
In caso di “rivoluzioni” senili, spero di essere ancora in grado di riconoscermi,perché dovendo convivere con un estraneo,pur avendo un suo lato divertente,credo che sarebbe abbastanza stancante.
Come diceva Calvino: Carlo Magno era vecchio e tendeva ad allontanare le cose complicate.



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