martedì 26 ottobre 2010

TENTATIVO DI RACCONTO

In precedenza vi devo già aver parlato del fatto che da ragazzo avevo tentato,come molti,di scrivere qualcosa senza grandi risultati.
Il problema più grande che avevo riscontrato era quello dei dialoghi,in quanto raccontando una storia,sino a che mi limitavo alle descrizioni,riuscivo a mantenere,a mio avviso,una qualità accettabile,quando passavo ai dialoghi mi bloccavo completamente.
Probabilmente il motivo principale  oltre a quello fondamentale di non essere uno scrittore, era l’immaturità data dall’età e di conseguenza la mancanza assoluta di esperienza di vita vissuta.
Qualche anno fa, quando ho ripreso a scrivere qualcosa,ricordandomene,tra le altre cose, ho sentito il desiderio di misurarmi con un compito difficile. Scrivere un racconto con solo i dialoghi,senza descrizioni,addirittura senza presentare i personaggi, ma tentando di farli scoprire a poco a poco dalle cose dette e dagli avvenimenti.
Quasi una pièce teatrale,senza averne però l’esperienza specifica.
Il risultato secondo me non è stato così pessimo,certo se ci rimettessi le mani adesso probabilmente cambierei diverse cose,soprattutto il fatto che malgrado i personaggi descritti siano dell’altissima borghesia romana,tutti piuttosto preparati culturalmente ai vari livelli di età,alla fine risultano parlare un po’ troppo “come un libro stampato” troppo sicuri,troppo perfetti,anche in quei momenti in cui il sentimento dovrebbe prevalere sulla ragione e sarebbe naturale non avere le idee chiare e la difficoltà nell’esprimersi compiutamente, consequenziale.
Ma così l’ho scritto,è una cosa mia e non posso negarlo,è legato a un periodo della mia vita e non credo che, almeno per ora, sia giusto  cambiarne neanche una virgola.
Mi interessa di più sapere che impatto avrà su un eventuale lettore e poi,in seguito,se me ne verrà la voglia. forse modificherò qualcosa.
Perciò l’idea è quella di pubblicare per ora il primo capitolo che quando fu scritto era previsto come fine a se stesso e non sarebbe dovuto continuare,poi mi sono fatto prendere la mano e sono andato avanti a scrivere una storia che alla fine pur svolgendosi tutta in un week end è diventata piuttosto lunga.
Buona lettura.




UN FINE SETTIMANA

DI

STEFANO MARROSU




-         Sei solo una stronza puttana,le dissi con voce calma  e tono normale, anzi una gran puttana molto stronza.
-    Può essere e tu di puttane te ne intendi, ma tutto quello che ho fatto te lo sei interamente meritato e non credere che tu sia tanto meglio di me.
-     Sarà,ma certo io non sono mai andato a letto con la tua migliore amica,alle tue spalle.
-     Ammesso che sia vero,le mie amiche sono le uniche che hai risparmiato,forse solo perchè non hai avuto tempo,visto il via vai di donne che frequenti e la parola “frequenti” non è proprio quella più indicata per qualificare quello che fai con loro. Le scopi tutte.
Ti comporti da anni come se non avessi una moglie,come se non esistessi e non avessi una mia dignità.
-     Non mi pare proprio che sia così,mi pare che ti abbia sempre dedicato molto tempo,attenzioni e tenerezze,non ti ho mai fatto mancare niente.
-    Frase tipica maschile. Mi hai fatto mancare la cosa più importante,sentirmi veramente amata e rispettata,non solo negli atteggiamenti formali.
-    Frase tipica femminile. Dire che io non ti ho dimostrato amore è una vera distorsione della realtà ed è una menzogna;ti ho sempre amata e
     te l’ho dimostrato sia con tutte le attenzioni,la presenza ed il tempo dedicato a te ed ai tuoi
       problemi. Anche sessualmente,non lo puoi negare, e mi pare che hai sempre gradito.
-    E nel frattempo ti scopavi un’altra e qualche volta anche più di una contemporaneamente.
-     Ora esageri, non è proprio così.
-     Vuoi dire che erano tre?
Come pensi che si possa sentire una donna quando viene a sapere quello che fa il suo uomo,in questi casi? Anche perché non è che tu abbia fatto molto per nasconderlo. Addirittura ho il sospetto che,magari inconsciamente,fossi contento che io lo venissi a sapere.
Ti è sempre piaciuto avere un pubblico,specie se plaudente. Ma io di accettare tutto ormai mi sono stufata e ho deciso di ripagarti con la stessa moneta,vediamo se tu sei capace di applaudire.
-    E’ vero ho avuto delle avventure,ma non erano niente,solo sesso,non mi sono mai legato a nessuna di quelle donne,di alcune non ricordo neanche il nome. Ho amato sempre e solo te.
-    Questa è proprio bella e soprattutto nuova,non ho mai capito come gli uomini credano ancora che questa sia una giustificazione plausibile.
-      Non è una giustificazione,è solo la verità.
Invece nel tuo caso la situazione mi sembra molto diversa,perché per Gianni hai sempre avuto un debole,perché ti affascina,perché avete sempre avuto lunghe conversazioni intellettuali,spesso escludendomi,e questo mi fa pensare che non si tratti solo di sesso,ma che hai portato a termine una cosa che desideravi da molto tempo e che,per paura o per ipocrisia,non avevi mai avuto il coraggio di fare.
Hai solo colto l’occasione giusta.
La vendetta è solo un pretesto.
-   Non è assolutamente vero,se lo avessi         desiderato,come dici,lo avrei già fatto da anni.            Tutto mi puoi rimproverare meno che sia     un’ipocrita o che adegui il mio comportamento a quello che può pensare la gente,alla morale            piccolo borghese o alla paura di essere scoperta.
Anzi se la devo dire tutta,sono molto felice che tu lo abbia saputo.
-    Non mi pare che sia opera tua,sono solo rientrato troppo presto e se non fosse stato così,non lo so se me lo avresti det
-    Te lo avrei detto sì,e con grande  piacere,bastardo.                                    
La verità è un’altra,io non ho mai desiderato essere toccata da un altro uomo al di fuori di te. Anzi l’idea mi ripugnava ed il fatto che Gianni mi sia simpatico o che mi possa intrigare parlarci di argomenti e di gusti in comune,non vuol dire che desiderassi di andarci a letto.
-      Però ci sei andata. Cosa hai provato?
-      Non sono affari tuoi.
-      Io credo di si.
-      Lo sarebbero stati se ti fossi comportato in un
altro modo,ma visto che tu te ne freghi di me,io
me ne frego di te e non ti devo spiegazioni e neanche sono tenuta a raccontarti i particolari,anche perché non capisco questa curiosità un po’ morbosa.
-     Non c’è nessuna morbosità,io ti ho solo chiesto cosa hai provato,non desidero affatto conoscere i particolari di quello che avete fatto,se mi interessassero queste cose,potrei sempre comprarmi un film porno.
-     Stronzo.
-    Forse,ma viste le cose che dicevi prima e cioè che desideravi che ti toccassi solo io,vorrei sapere cosa hai provato ora che ti ha toccato un altro.
-     Ma che te ne frega,maledetto!!!!!!
Sei tu che mi hai portato a fare questo e non intendo giustificarmi e soprattutto addolcirti la pillola.
Che vuoi che ti dica,che lui è più bravo di te,che ce l’ha più lungo,che mi ha fatto godere come non ho goduto mai?
-    Fa come vuoi,ma a me sembra che svicoli e non affronti il punto essenziale e non posso credere che tu non abbia capito cosa veramente voglio sapere. Sto facendo uno sforzo immane per cercare di essere calmo, di ragionare,di cercare di capire,perché il mio istinto sarebbe quello di sbatterti al muro e di riempirti di schiaffi e non so quanto riuscirò ancora a frenarmi.
-      Vaffanculo.
-      Grazie,no,non è  di mio gusto.
Insomma,la cosa si sta mettendo sul ridicolo,sono io che ti ho scoperto a letto con un altro e dovrei essere infuriato,invece,alla fine sei tu che sei incazzatissima con me. Non è che anch’io sia proprio allegro per la cosa,ma cerco di affrontare il problema, di comprendere.
In questa situazione mi restano solo due possibilità,o decido che quello che è successo per me è inaccettabile in ogni caso e allora faccio saltare tutto,con un bel botto e il nostro rapporto è da ritenersi finito per sempre,oppure tento di capire,di darne una motivazione,che mi permetta,non dico di accettarlo,ma almeno di giustificarlo.
Di realizzare,soprattutto,se oggi,per noi si chiude definitivamente un lungo capitolo della nostra vita o se ci resta qualcosa a cui attaccarci,per vedere se abbiamo ancora uno spiraglio,una sensazione,che ci leghi,anche se ci dovessimo allontanare.
Spero non resti solo l’indifferenza o addirittura l’odio.
E’ chiaro che comunque vada,queste sono cose che lasciano il segno e da adesso,probabilmente non saremo più gli stessi,ma ugualmente vorrei farmene una ragione e verificare cosa ancora ci resta, almeno dal punto di vista dei sentimenti;
-       Guarda che io non voglio essere affatto        giustificata. Assolutamente!!!Anzi credo di aver
fatto quello che ti sei meritato. Ma tu lo vuoi sapere e se non te lo dico non la farai mai finita,vuoi che mi umili fino in fondo………..vuoi avere come sempre il sopravvento su di me,il potere,vuoi sapere se puoi considerarmi ancora come una cosa tua ?

-      Non ti ho mai considerata così. Mai!!!!
Io ti ho amata profondamente e anche se non ho nessuna voglia di dirlo in questo momento,ti amo ancora.
Non si può smettere di amare di colpo,anche se ti viene fatta una cosa di questo genere,forse tra un po’di tempo,quando avrò metabolizzato l’accaduto,la penserò diversamente,ma,per ora,sono solo molto incazzato,sorpreso e deluso,ma non riesco ad odiarti.
Ma fa male,quasi un dolore fisico.
-     Evviva!!!! Finalmente,era ora!!!! Ma va bene,lo vuoi proprio sapere e io te lo dico e questa forse sarà l’ultima soddisfazione che ti darò,l’ultima volta che potrai credere di avere un potere su di me. La cosa è stata penosa,mi sono dovuta concentrare e forzare per  non dirgli di smettere.
E ,cosa più importante per te,perché penso che alla fine sia questo che più di tutto ti interessa,non ho goduto.
Contento???
-      Si,ma non perché non hai goduto. Perché non è stata una cosa bella. Sono contento solo se il motivo è che senti ancora qualcosa per me e questo ti ha impedito di provare piacere con un altro.
Sono contento,ossia sino ad un certo punto,perché il fatto resta lo stesso,se si è trattata solo di una ripicca e non di una cosa che desideravi fare in ogni caso.
-     Senti basta non ne voglio più parlare,le cose stanno così e non possono più essere modificate.
Ora ho solo bisogno di pace e di riposare un po’,possibilmente lontano da te.
Lei si stende sul letto supina e piange un po’, in silenzio, coprendosi gli occhi con un braccio. Io mi stendo accanto a lei,le appoggio teneramente la mia mano sulla sua e lei la scosta lentamente e lievemente e chiudo gli occhi,in silenzio.


Mmmmm,aaahhh,sei sveglio?
-      Si.
-     Che bel sonno ristoratore!!Non sono state molte ore ma era tanto che non dormivo così profondamente,forse perché,finalmente mi sono levata un bel peso dallo stomaco,mi sa che dovevo farlo prima.
-      Io non ho dormito affatto.
-      Forse perché hai troppi rimorsi da perdonarti.
Ehehe.
-      E tu no? Invece.
-     Io credo di essere stata sempre una buona moglie e una buona madre e non ho nulla da rimproverarmi,soprattutto verso di te,neanche
l’ultima cosa che ho fatto,di cui non vado fiera ma neanche mi pento. Te la sei voluta. Te la sei cercata e l’hai avuta.
-     Punti di vista,ognuno ha una sua coscienza e spesso se la aggiusta come gli fa comodo,almeno apparentemente,perché sarei curioso di sapere come ti senti veramente dentro,adesso.
-    Senti,non ricominciare come ieri sera, che non ho nessuna voglia di altri interrogatori. Dici di amarmi ancora e mi fai il terzo grado,ma piantala,non vedi che ti rendi ridicolo.
-    Forse in questo momento sentirmi ridicolo mi piace,forse lo sono veramente,ma non mi sembra proprio un terzo grado,forse tu non lo sai come sono i veri interrogatori.
-     Perché tu invece lo sai.
-     Ne ho una vaga idea e certamente questo non lo è.
-    Basta!!!!! Questi giochini dialettici mi annoiano e mi fanno incazzare anche. Se hai qualcosa da dire,dilla e poi falla finita. Io mi sento serena,in questo momento e non voglio farmi rovinare la giornata da te.
-      Non capisco come fai.
La vita è buffa è proprio vero che c’è sempre da imparare. Se lo racconto non ci crede nessuno. Uno si ritrova cornuto e non gli è consentito neanche di chiedere spiegazioni e approfondire i motivi. Se capitavi con un altro marito,magari ti sparava.
-     Di spiegazioni te ne ho date quante ne hai volute. Il punto è che a te non bastano mai. In quanto al marito che spara,non sarebbe mai potuto succedere,perché uno così,io non me lo sposavo.
-     E che ne sai? Ne sei tanto certa? La gente spesso si comporta in modi imprevedibili.
-    Che vuoi dire,che potresti spararmi anche tu? Senti,se proprio vuoi,fallo,non mi importa,mi dispiacerebbe solo per i figli.
-    No. Non dire stupidaggini. Non fa parte della mia natura. Ma tra lo sparare e chiedere spiegazioni e pensare al futuro ce ne corre.
Ma il futuro? Non ti interessa?
-     In questo momento non ci voglio pensare,ci sarà tempo più  tardi.
-     Molto bene e io come mi dovrei comportare,nel
frattempo,come se non fosse successo niente?
-    Comportati come ti pare,tanto lo hai sempre fatto. Non è una novità per te.
-     Non posso,perché qualcosa è successo e le cose sono cambiate tra noi.
-   Fai come facevo io,quando scoprivo le tue scappatelle……finta di niente.
-     Non siamo uguali evidentemente,perché io non ci riesco. Io rivoglio mia moglie come era prima,di questa donna che non conosco non so che farmene.
-     Hai tre possibilità,o il divorzio o ti adatti a come sono adesso o te ne cerchi un’altra fatta su
misura per te,ammesso che la trovi,perché non sei più tanto bello e affascinante come qualche anno fa.
-      Tu invece sei ancora bella.
-      Senti, non attacca più,l’ho superato quel periodo in cui credevo in tutto quello che dicevi.
-     Va bene basta così,tanto mi pare che quella arrabbiata sei tu e tutto quello che dico è un’occasione per rinvangare il passato. E’ proprio la fine del mondo,dopo tanti anni ancora non capisco come fanno le donne a rigirare la frittata e a passare per vittime anche quando sono loro che fanno dei torti.
-     Senti chi parla di rigirare la frittata,quella è, è sempre stata,e sempre sarà,una prerogativa degli uomini e tua in particolare.
-    Vuol dire che uscirò,così resterai finalmente sola e felice.
-     A quest’ora? Ma lo sai che ora è?
-     E’ un po’ che ho imparato a leggere l’orologio.
-     Ma sono le 5 !!!!!!
-     E allora?
-     Ma dove vai a quest’ora?
-     Non lo so.
-     Non fare il matto,fa un freddo cane fuori ed è ancora tutto chiuso.
-    Forse è venuto il momento di fare un po’ il matto,sono stato troppo serio,troppo controllato,per tutta la vita,chissà che un cambiamento non mi faccia bene.
-   E proprio alle 5 di una mattina di inverno devi cominciare?
-    L’ora,il giorno e la stagione non contano,l’importante è essere pronti.
-    Ma piantala! Con quella tosse che hai,con tutte le sigarette che ti fumi. Guarda che non sei più un ragazzino,certe volte ti ci comporti,ma l’età non è più quella.
-   Anche infantile,adesso,sono diventato. Questa è nuova,veramente nuova. E sull’argomento avrei da dire parecchie cose ma non le dico perché abbiamo detto basta parlare. Veramente lo hai detto tu,ma faccio finta che siamo d’accordo.
-     Insomma vuoi continuare a discutere e sicuramente sempre della stessa cosa,come sempre,scavi scavi fino al più profondo sino a cercare di tirare fuori l’anima della gente,
soprattutto la mia. L’ho accettato per anni,ora non ce la faccio più.
-      Viva la superficialità,mai approfondire niente,evviva! Facciamo finta che le cose non siano accadute e saremo sicuramente felici,anzi……. e vissero felici e contenti e così sia.
-      Io non sono una superficiale.
-     No? Forse è vero,non lo sei,ma sei sempre un passo dietro alla realtà,ti è sempre mancato quell’ultimo passo,che poi fa la differenza.
-     Che differenza?
-     Tra chi affronta veramente la vita e chi si ferma a
guardare gli altri che vivono.
-      E secondo te io sono una che guarda.
-     Un po’ si. L’unica parte della tua vita che veramente hai vissuto è stata quando ti sei fatta coinvolgere da me.
-     Mi pare che in  quello che ho fatto con Gianni tu non c’entri per niente. Tu non c’eri.
-     C’ero eccome e per tua stessa ammissione.
-     Io non ti ho visto. Non c’eri.
-  Si,magari invisibile,ma ero lì,e credo che alla fine,questa sia la cosa che più ti da fastidio. Non il fatto che pare sia stata una delusione ,non le mie scappatelle,non il sentirti tradita o non considerata,solo il fatto che nell’unica volta (spero) che hai fatto una cosa per prendere le distanze da me,anzi per darmi un dolore,tu l’abbia fatta a causa mia,perché io l’ho provocata,secondo te,e malgrado tutto  ero lì con te.
-     Stronzate,queste sono masturbazioni mentali. E non ti permettere di sospettare che lo abbia fatto altre volte!!!
-     Tu dici………….Vedi è proprio per questo che adesso esco,perché almeno oggi,non è possibile stabilire un contatto con te,perché quella unione psicologica,che qualche volta rasentava la telepatia e che è durata tanti anni,oggi non c’è più e mi chiedo se potrà mai più tornare e questa è la cosa che mi fa più male di tutte.  
-     Ma piantala,fai tutto da solo,ti domandi,ti rispondi
e trai le conclusioni. E poi non sono così convinta che tu esca per i motivi che hai detto. Secondo me lo fai perché speri di farmi preoccupare,di farmi stare in ansia,non sapendo dove stai e cosa fai. I bambini fanno così. Forse è ora di crescere.
-     E’ giusto mamma,farò come dici e crescerò,ma visto che la maggiore età l’ho ormai raggiunta,credo che adesso uscirò.
-     Ma fa un po’ come ti pare. Solo,se esci,copriti che fa veramente freddo.
-     Certo mamma,la maglia di lana la devo portare?
-    Non prendere per il culo,che se non esci tu, ti butto fuori io,a calci.
-     Ti ricordo che questa è sempre casa mia e in quanto ai calci qualche dubbio ce lo avrei.
-      Veramente è casa nostra
-      Va bene,va bene. Se vuoi dico pure che è casa tua.
-      Ma ti ricordi quanto ci abbiamo messo per sceglierla e quante case abbiamo visto prima. Quanto è stato bello arredarla insieme?
-     In questo momento,non ricordo niente,non ho voglia di ricordare,sono troppo stanco.
-   Perché,invece di fare lo stupido,non ti sdrai un po’,visto che sei stato sveglio tutta la notte. Vedrai che dopo qualche ora di riposo le cose ti sembreranno diverse e se ne avrai ancora voglia andrai dove ti pare.
-    E tu come lo sai che sono stato sveglio tutta la notte?                                                   
-     Me lo hai detto tu.
-     Ma non hai detto che non credi più a quello che dico.
-     Dipende da quello che  dici. In questo caso………..
-     Non sarà che anche tu hai dormito abbastanza poco.
-     Ma questo che c’entra e poi che te ne importa ?
-     E’ questo tuo atteggiamento di serenità,di superiorità che non mi convince per niente. Ti comporti come se la cosa non ti riguardasse. Come se non fosse una cosa che può cambiarci la vita per sempre.
-     Hai questa impressione?
-    Mi sembra chiarissimo,ma vorrei capire sino a che punto è reale e fino a che punto è una maschera.
-    Io non porto maschere,neanche a carnevale,cerco solo una pausa,trascorrere una giornata senza preoccuparmi di niente e poi,se ci sono dei problemi,li affronterò.
-     Se????? Ma brava,sei grande, non ti ricordavo così fredda e razionale.
-    Come dici tu,si può cambiare nella vita e non c’è limite di età per farlo.
-     Benissimo,perfetto, cambiamo tutti e due,così
  quando rientriamo a casa i ragazzi, non riconoscendoci,chiamano il 113.
-      Scemo.
-      Già,i ragazzi,cosa ne sarà di loro?
-      Che vuoi che succeda,continueranno a vivere e
crescere come hanno fatto fino ad ora.
-    Né sei veramente certa che i nostri problemi non influiranno anche sulla loro vita? Ci giureresti?
-     No,ma so che farò di tutto e, se mi aiuterai, sono certa di riuscire a non fargli accadere niente di male.
-    La fai troppo semplice e ho paura che non lo sia affatto.
-    Come, sei tu che mi dici sempre che nella vita bisogna lottare,che nessuno ti regala niente.
-   Bhè,sai che ti dico,sto scoprendo che in questo momento non ho più tanta voglia di lottare e non so quando e se mi tornerà.
-   I figli non ti sembrano un motivo valido,il più importante,per farti tornare la voglia? Se è così, mi hai ingannata tutti questi anni. Io ti ho sempre visto,perché tu me lo hai fatto credere,come un uomo indistruttibile,che non si spaventa davanti a niente,che affronta e risolve qualsiasi problema e invece,alla vera,prima seria difficoltà,mi crolli e molli tutto.
-    Io non mollo niente,sono solo molto stanco e deluso,mi sento come se avessi ottenuto tutto quello che volevo dalla vita,ma avessi fallito la cosa più importante. E poi ho fatto male a tirare fuori il discorso dei figli,che pure sono importantissimi,ma in questo momento penso solo a noi due. Loro sono opera nostra e se noi come coppia,non ci siamo più,forse non ci sono più neanche loro. Sono persone,anche se molto
giovani e continueranno a vivere ,cresceranno e troveranno la loro strada,ma non sarà con noi,non saremo più la famiglia che eravamo. E di questo non so darmi pace.
-    Che la mettessi sul drammatico ed anche un po’ patetico,non me lo sarei mai aspettata. Pensavo che ti saresti incazzato,che mi avresti insultato e magari pure peggio,ma che cadessi sulla soglia della depressione,uno come te,che semmai ha sempre avuto il problema contrario,mi sorprende molto.
-     Non mi era mai capitata prima, una cosa così e ancora non l’ho digerita,ma non ti preoccupare mi riprenderò e molto presto. E poi fa sempre parte dell’imprevedibilità delle persone.
-   Basta,tesoro,dammi retta,stenditi un po’ e dormi qualche ora,vedrai che dopo le cose ti appariranno diverse. Oppure stendiamoci tutti e due e aspettiamo l’alba. Ti ricordi quante volte lo abbiamo fatto da ragazzi e quanto era bello.
-     Si mi ricordo. E mi ricordo anche come andava finire.
-     A parte il momento,per quello forse non abbiamo più l’età. Far l’amore all’alba in riva al mare,forse sarebbe ancora bello,ma il giorno dopo tra raffreddori,cervicale e vari dolori sparsi per tutto il corpo,credo che sarebbe paragonabile a un suicidio e preferirei evitarlo.
-     Fifona. Però,almeno i ricordi,almeno quelli ci restano. In fondo qualcosa abbiamo ancora.
Lei mi si avvicina,mi prende una mano e mi sospinge dolcemente verso il letto,sino a che non mi vede sdraiato,poi ,sempre tenendomi,si sdraia accanto a me.
Ci guardiamo fissi negli occhi,io la stringo forte  e un sorriso ci parte contemporaneamente,all’inizio appena accennato,poi via, via sempre più aperto,mentre fuori delle finestre il sole comincia a sorgere.   



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