Elba 18/8/2006
LA VIA LIQUIDA
L’idraulica nella vita riveste un ruolo fondamentale,me ne sto accorgendo con il passare degli anni.
Da ragazzo,a scuola,quando l’ho studiata,la ritenevo di secondaria importanza,un accessorio per cose molto più rilevanti.
Ma se non ti arriva l’acqua a casa è un bel problema. Per bere si può risolvere,ma per lavarsi,non c’è soluzione,salvo che non ti fai ospitare da qualcuno che ce l’ha,creando qualche disagio al prossimo,o te ne freghi,rischiando di essere riconosciuto per strada non tanto per l’aspetto,quanto per l’odorato.
In quest’ultimo caso,si potrebbero creare delle divisioni per caste all’interno del paese. Quelli che hanno l’acqua e quelli che ne sono privi,riconoscibili,naturalmente, all’olfatto. In verità ce ne potrebbe essere una terza,quelli che ce l’hanno e non la usano lo stesso. Ma quest’ultimi,una volta scoperti, sarebbero,in breve tempo,emarginati ed additati per strada con grida del tipo:
- Vatti a lavare sozzone! Vergogna!
L’altra soluzione sarebbero i bagni pubblici,che sono abbastanza complicati in una grande città,figuriamoci in un’isola dove nutro seri dubbi che sappiano cosa sono,almeno gli indigeni,e poi se ne è quasi completamente, perso l’uso anche nelle metropoli.
Poi c’è il sistema idraulico del corpo umano,visto che siamo fatti in maggioranza di acqua.
Perciò l’acqua per noi è fondamentale e se ci manca può essere un problema piuttosto grave,in certi casi anche mortale;e giù i telegiornali che nelle estati,nei periodi di maggiore intensità di calore,quando le lancette della temperatura si avvicinano ai 40°,inviano moniti apprezzabili,ma anche un po’ terroristici e iettatori.Tot morti, tra gli anziani, per il gran caldo,Fede sicuramente,un po’ più di tot. Ma siamo così sicuri che quei poveracci sono veramente morti solo per il caldo? Gli anziani devono bere almeno 1 e 1/2,2 litri di acqua al giorno!Magari due e mezzo,dipende dal telegiornale,Fede sicuramente 3.
Tra parentesi, devo ancora ben capire,perché precisamente ancora non l’ha chiarito nessuno,almeno che io sappia,in che fascia di età rientrino questi anziani,visto che non vorrei essere interessato anche io e accorgermi oggi di far parte di una categoria mentre sino a ieri ero convinto di appartenere ad un’altra.
Questo, quando rischiamo di perdere troppa acqua. E quando invece la tratteniamo? L’essere umano espelle i liquidi attraverso il sudore o per mezzo di speciali rubinetti un po’ diversi sia per forma che per dimensione tra l’uomo e la donna.
Per la donna che ha un apparato più semplice e più diretto (beata lei),trattenere liquidi può dipendere da vari motivi,tutti drammatici per loro,spesso esagerati un po’ dalle interessate,perché provocano gonfiori e inestetismi molto sgraditi. Da qui l’uso dei diuretici tanto diffuso,che quando non effettivamente necessari,hanno creato non pochi danni.
Per l’uomo la questione è un po’ più complicata.
Quando,dopo una certa età nascono problemi di questo tipo,in genere le prognosi sono di quelle che al solo nominarle uno pensa: meglio nascere donna.
Infezione delle vie urinarie,prostatite più o meno acuta,calcoli.
La prima è la più semplice ed è comune anche alle donne e forse anche di più facile guarigione,in genere basta un antinfiammatorio o un antibiotico.
Le altre due vanno trattate con cura,molta cura. Ci vuole per forza lo specialista,il quale come prima cosa ti prescrive una serie di esami che iniziano con varie ecografie nelle quali ti costringono a bere una quantità d’acqua notevole e poi attendere l’esame che ti sembra non arrivi mai.
Ho visto gente battere i piedi,passeggiare nervosamente,con la bottiglia d’acqua in mano,con uno sguardo disperato,fino ad arrivare,qualcuno a dire:
- O mi fate l’esame o ve la faccio sul pavimento.
E infine arriva l’ecografia,che quando si tratta della vescica è quasi una liberazione,salvo che si fa in due volte e tra la prima e la seconda devi urinare.
La maggior parte delle volte il tecnico quando ti riesamina dopo esserti finalmente liberato,ricominciando a pensare che la vita è bella,ti guarda con sguardo di rimprovero,dicendo:Non l’ha fatta tutta! Vada, riprovi e torni.
Nel caso dell’ecografia prostatica,se possibile è anche peggio. La trafila dell’acqua è pressappoco la stessa,solo che l’esame si svolge infilandoti nel culo un aggeggio non proprio piccolissimo e rigirandolo dentro per vedere da tutti i lati.
Dulcis in fundo,vorrebbero,i pazzi scatenati,farti urinare davanti a loro con quell’affare sempre dentro e se tu,come mi sembra naturale,ci provi ma non ci riesci,ti guardano con una certa condiscendenza e ti mandano al bagno.
Tu obbediente,vai,chiedendoti:ma sarò io che sono strano o succede a tutti?
Quando torni,dopo riaverti inserito quell’affare, stessa cosa di prima. La vescica non è completamente vuota e a quel punto sei nella condizione che se ti dicono qualche altra cosa o ti guardano ancora con uno sguardo di rimprovero,ne sbatti qualcuno contro il muro,così ti arrestano e ti rinchiudono in una casa di cura per disturbi mentali e finalmente ti sei levato il problema della prostata.
Ma quando gli esami sono stati fatti,i responsi ritirati,viene il bello. Li devi portare allo specialista.
Il quale tranquillo li esamina,poi con calma ti dice di sdraiati e ti infila un dito in culo rovistando all’interno.
Ed infine il referto e la prognosi.
Nel caso di calcoli,operazione chirurgica.
Se, “fortunatamente”, si tratta solo di renella,la prognosi è andare in giro in qualsiasi occasione con bottiglie di acqua di Fiuggi al seguito e bagno a portata, perché devi bere continuamente e il più possibile ed orinare,sperando che la natura faccia il suo corso e che questi piccoli granelli maledetti escano da una parte che noi pensiamo dovesse avere scopi molto più piacevoli.
Mi è capitato negli anni di vedere gente,anche in ufficio, con cassette d’acqua al seguito,con uno sguardo disperato negli occhi e sempre attentissimi che nessuno occupi il bagno.
Nel caso invece si tratti di prostatite,la prognosi è sicuramente più incerta e dipende dalla gravità della malattia.
Si può iniziare dalla prescrizione di pillole da prendere per un certo periodo per poi ripetere l’odissea sopra descritta,che ti porterebbe quasi a pensare che,se non fosse anche così piacevole usarlo,quasi quasi, me lo farei tagliare,se non altro per non vedere più questi aguzzini torturatori.
Poi ci sono le possibili varianti,tutte peggiorative,ipertrofia prostatica eccessiva e tumore.
In tutti e due i casi,soavemente,il grande esperto consiglia la chirurgia,che se te la spiegano ti viene un colpo solo a pensarci e tutto sommato è meglio morire di infarto che di prostata.
Intanto non si tratta di operazioni semplici e poco invasive. Si è fatto molti passi avanti,almeno dicono loro,in questo campo,ma la certezza matematica che dopo l’operazione sarai ancora sessualmente attivo non te la può dare nessuno,malgrado le tante rassicurazioni di rito.
A quel punto cominci a pensare: io che credevo di avere davanti diversi anni,non dico di sesso sfrenato,ma almeno di piacevoli incontri,che faccio,mi rassegno ad andare in giro col catetere,muoio di cancro,oppure mi adatto a dedicarmi alla coltivazione delle rose o dei crisantemi?
La scelta non è così facile,anche se devo dire che,se la rinuncia al sesso ti permette di fare una vita quasi normale potrebbe valere la pena.
Si tratterà di trovare nuovi interessi,il cucito,per esempio potrebbe essere uno,il ricamo,un altro,e poi in fin dei conti,ci sono anche tanti bei ragazzi,si tratterà all’inizio di superare certe remore dovute ad una educazione maschilista e in fondo adesso è anche di moda.
Con i capelli lunghi il rossetto,i tacchi e le gonne mi ci vedo un po’ male e penso che affitterei poco,ma l’esperienza mi dice che, nella vita, non c’è quasi niente che, con un po’ di buona volontà, non si possa accettare.
Bene,detto questo,visto che ho in programma per il mio futuro di mettere incinta una ragazza quando avrò ottant’anni e di veder crescere non solo mio figlio ma anche i miei nipotini,e dato che nella vita non bisogna mai perdere l’ottimismo,sono certo che se toccherà a me,per quell’epoca avranno inventato qualche attrezzo tipo “sturalavandini” o pompa idrovora e che le parole prostata o vescica non verranno più neanche nominate in mia presenza.
Come già detto purtroppo nella realtà è andata nel peggiore dei modi,ma per ora sono ancora vivo e ho deciso che per il momento non intendo morire se non altro per migliorare le statistiche dei sopravvissuti,ma soprattutto perchè ho ancora da togliermi un bel pò di soddisfazioni ed ho assolutamente intenzione di farlo.
Se non richiamasse uno slogan politico poco simpatico direi: BOIA CHI MOLLA.
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