mercoledì 27 ottobre 2010

SARAH 2


Purtroppo, giornalmente, continuano le puntate dell’orrore su Sarah,sia sui giornali che in televisione, cercando di capire e di analizzare tutti i particolari che ogni giornalista riesce ad avere più o meno lecitamente,facendo supposizioni senza avere un quadro completo delle prove e degli stessi avvenimenti.
Addirittura due trasmissioni televisive,concorrenti,in onda nella stessa ora che trattano il medesimo argomento, cercando, senza riuscirci, di avere una piccola notizia in esclusiva.
Quando la faranno finita?
Il sindaco del paese che limita il traffico dei curiosi presso l’abitazione dove dovrebbe essere stato consumato l’efferato delitto.
Pazzesco.Povera Sarah.
Lei piccola quindicenne, se non fosse stata privata così brutalmente del suo futuro, forse si divertirebbe a suscitare tanto interesse nei media, ma non credo che neanche lei gradirebbe quel sottofondo di morbosità che aleggia in tutti questi racconti televisivi e no e sono certo che sia così, almeno per i familiari più stretti.
Credo che sarebbe giusto far cadere il sipario e abbassare i riflettori su questo dramma,almeno sino a che gli inquirenti non abbiano chiuso le indagini e si sia arrivati ad un inizio di verità almeno da un punto di vista legale,salvo poi verificarla in tribunale. Dando solo le notizie di eventuali novità.
Credo che lo si debba per rispetto ad una giovanissima ragazza colpita da un crudele destino,non per Sarah in particolare che,salvo pochissimi,nessuno conosceva veramente,ma per qualsiasi ragazza di quell’età che fosse stata già violata in modo così atroce.
Dalle foto e dalle riprese viste della ragazza in televisione tendo ad identificarla con altre sue coetanee delle quali ho scritto un’estate al mare dell’Isola d’Elba e che riporto,come personale omaggio alla dolce Sarah,non avendo altro modo per salutarla.
                                                                   Elba 22/08/2006
         LE BAGNANTI IN ERBA

Scivolano in mare sui culetti tondi,spinte o tirate dalle amiche emettendo gridolini acuti e risatine allegre,ma anche,a volte, proteste e finto broncio e risalgono attentissime a rimettersi apposto i bikini,perché non si sa mai che si vedesse qualcosa.
Piccole donne,bimbe cresciute.
Poi la storia si ripete per decine e decine di volte gioiosamente. Una volta tocca ad una,una volta all’altra,piccole vendette volute e mutamente richieste,in un gioco che sembra non aver mai fine,che riguarda loro ma non solo,perché tende a coinvolgere, consapevolmente, come spettatori, tutti quelli che le circondano.
Poi inizia la serie di tuffi,dove è alto,per vincere la paura e per provare l’emozione di volare e qui intervengono i maschi per far vedere quanto sono più forti e più bravi,ma le ragazze non sembrano colpite e non danno segni di dar loro confidenza,continuano il loro personale gioco che le vede impegnate in una gara privata,anche se sanno benissimo e si vede,che tutti le stanno guardando.
La sensazione concreta della gioia,quella vera,che forse solo a quell’età si può provare in quel modo,senza un fatto,un avvenimento concreto,che la provochi.
Loro non lo sanno che,forse,non la proveranno più così,o che nel migliore dei casi hanno ancora pochissimo tempo.
E’ allegro e triste,pensarci,guardarle,ma è bellissimo fermare questo momento nel tempo,come in un dipinto, senza dover immaginare come si svilupperanno le loro singole vite in futuro. 



Addio Sarah,purtroppo per te il tempo si è fermato un pomeriggio di agosto.
Non posso dire dove ti trovi ora, ma è una grande consolazione, per chi ci crede,pensare che sei in un posto migliore,circondata da chi ti ama e con la possibilità di continuare il gioco della vita che ti è stato bruscamente negato.
In questo caso sento il desiderio di crederci anch’io.

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