mercoledì 13 ottobre 2010

LA PAGINA

Non so bene come e perchè ho cominciato a scrivere, qualche anno fa.
Da ragazzo dai 16 ai 20 anni ci avevo provato come moltissimi,senza grandi risultati e preso da altri interessi ho lasciato perdere ,per fortuna,  abbastanza presto, senza lasciare nessun segno di rilievo della mia ambizione poco più che adolescenziale.
Per anni ho scritto solo lettere commerciali,anche se devo dire che non mi sono mai rassegnato agli standard più diffusi cercando di umanizzarle un pò,ben sapendo che era un compito praticamente impossibile.
Poi all'improvviso 5 o 6 anni fa ho scritto una prima cosa su mia moglie,sinceramente non ricordo bene il perchè, anche se è probabile che dovessi farmi perdonare qualcosa.
Comunque piacque molto a tutti quelli che la lessero compreso me,ma vi avverto che non la pubblicherò mai perchè ho scritto una cosa che non è solo un elogio ma descrive una donna che se non la conoscessi mi incuriosirebbe parecchio e perciò non vorrei che qualcuno rimanesse tanto interessato da cercare di portarmela via.
Naturalmaente sto scherzando,il vero motivo è che le cose così private è bene che restino riservate.
Da allora ho continuato anche se non costantemente ma ho scritto abbastanza un pò di qualsiasi argomento avessi in testa ,in certi momenti di più in altri di meno, secondo lo stato d'animo.
Alcune volte è stato di grande consolazione e anche una forma di terapia liberatoria, altre ,quando mi sono forzato,in genere i risultati sono stati molto deludenti.
Per ottenere cose almeno leggibili  devo necessariamente scrivere di getto avendo il desiderio e la spinta a farlo ed è anche per questo che nelle mie cose spesso ci sono errori o refusi perchè, pur rileggendo, non lo faccio mai abbastanza, soprattutto per noia.
Per questo ho sempre mantenuto un'idea surreale dello scrivere che ho anche tentato di spiegare sulla carta un pò di tempo fa non so con quali risultati. Giudicate voi.
                                                                                                                                                             Roma,29/06/2005

LA PAGINA

La pagina bianca per un professionista della scrittura deve essere quanto di più terribile gli possa accadere.
Personalmente,io,che non lo sono,e scrivo solo per me e per pochi intimi, è addirittura spesso divertente,in quanto ho sempre pensato che nella pagina c’è già tutto, basta saperlo e volerlo tirare fuori.
Si tratta di renderlo palese ed in qualche caso,magari rarissimo,ne può uscire qualcosa di notevole valore,qualcosa di nuovo,non dico in assoluto,ma almeno non tanto consueto.
Chissà,la fantasia non ha limiti,la pagina,una tastiera e l’immaginazione stimolata dalla circostanza e possono, in certi casi, venir fuori,storie,pensieri che non avresti mai creduto di poter avere in condizioni normali,anche se, forse, non è merito tuo.
Per un dilettante,non so quanto di studiato e quanto di tecnica ci sia,forse c’è solo il desiderio di riempire la pagina,che non chiede altro e,dato che,come dicevo, nel suo interno, c’è o c’è stato già tutto quello che il pensiero umano abbia mai partorito e scritto, da sempre,alla fine serve solo assecondarne il desiderio di diventare patrimonio di molti,per non sentirsi senza significato,emozioni senza una storia.
Il bianco è il colore della purezza,ma anche della mancanza.
In questo,forse,sto diventando un benefattore,un filantropo che aiuta materialmente, molto ricambiato,ad uscire dal nulla chi non si rassegna al nulla.
In effetti,non ho grandi meriti,in fondo,fa tutto lei,io mi limito a battere sui tasti.


Che ve ne pare? Ero un pò fuori di testa o presuntuoso? 
Non lo so,quello che so è che mi sono divertito a scriverlo e questo mi basta,anzi,per me,è tutto.
Tutto quello che desidero.


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