mercoledì 9 febbraio 2011

SI PUO’ CAMBIARE. BISOGNA CREDERCI

BASTA!!!! PER FAVORE BASTA!!!!

Non se ne può più!
I giornali si fermino, le televisioni pure.
Gli stessi procuratori di Milano si stanno prendendo una pausa, anche se, ancora non è molto chiaro il motivo.
Sono quasi certo, che, alla maggioranza della gente, non interessi più di conoscere gli sviluppi del caso Ruby, almeno sino a che non ci sarà qualcosa di concreto e non ipotesi riportate o mezze interviste, spesso interessate, fatte passare per verità, ma che possono essere equiparate a pettegolezzi.
Aspettiamo che Milano si muova e vedremo quanto di concreto c’è, dentro questa storia.
L’Italia purtroppo non è il paese del Bengodi e, perciò, di argomenti da trattare ce ne sarebbero moltissimi che tocchino da vicino gli interessi, sia morali che materiali, della nostra gente molto più importanti del gossip sul Presidente del Consiglio.
Ieri ho provato ad accennare, a mio modo, al problema dei cosiddetti “fannulloni”, che già era stato parzialmente trattato da Brunetta e dal povero Padoa Schioppa, anche se in modo diverso e attirandosi qualche consenso e diverse contrarietà.
Da noi è abbastanza tipico. Magari, nel nostro intimo la pensiamo allo stesso modo, ma se lo sentiamo dire da un altro, specie se ci tocca personalmente, ci riesce difficile da accettare.
Esattamente come, un genitore che  parla dei difetti di un figlio, alle volte anche in modo crudo, ma se le stesse cose le dice un amico, state sicuri che, quello, è il sistema più sicuro per rompere un’amicizia.
Ma visto che io non devo mantenere amicizie o conquistare consensi politici, vorrei chiarire che, per me, come ho cercato di dire in precedenza, il problema più grave  non sono i fannulloni, ai quali però andrebbe rimproverata, tra l’altro, l’assoluta mancanza di amor proprio e di orgoglio.
Per chi ha lavorato moltissimo, è chiaro, facendo un bilancio della propria vita, quanto dia soddisfazione la costatazione di essersi impegnati sempre, anche quando si riteneva di non essere adeguatamente ripagati.
E’ l’impegno in se stesso che riempie l’esistenza e questo in tutti i campi, non solo nel lavoro e che, quasi sempre,  toglie all’uomo rimpianti e anche  rimorsi.
Ma, come dicevo, non è questo il problema maggiore, infatti, a mio avviso i fannulloni, sono tali, perché qualcuno glielo permette.
Negli uffici pubblici, per anni, si è fatta carriera per tutti i motivi ad eccezione dell’unico che dovrebbe essere decisivo,il merito.
Senza voler esagerare, sono convinto che salvo rarissime eccezioni, dopo tanti anni di questo sistema, adesso ci ritroviamo una classe dirigente, se non proprio completamente incapace, perlomeno abbastanza inadeguata.
I motivi di tutto ciò sono clientelari, politici e anche sindacali e questo abbraccia un po’ tutte le branchie del lavoro statale e parastatale, a partire dai Ministeri per arrivare alla Scuola e all’Università e persino qualche grande impresa privata.
A mio avviso, una nazione si qualifica in base alla qualità della sua classe dirigente e non, secondo le teorie vetero-comuniste, sulla classe operaia, che sarà molto importante come massa, ma non insostituibile singolarmente. 


Mentre un dirigente capace può far decollare l’azienda o l’Ente che dirige, come affossarla se non è all'altezza e non è così semplice sostituire qualità di organizzazione, di fantasia, di volontà e di grinta, che quando si ritrovano tutte in un solo uomo, non sono molto comuni.
Qualcosa si sta tentando di fare con questo governo, ma dovendo superare ostacoli che in certi momenti sembrano addirittura insormontabili e inimmaginabili e che per essere aggirati spesso richiedono compromessi tali da togliere una parte, qualche volta anche rilevante, dell’efficacia. Ma l’importante è cominciare. Dare un segnale.
Basterebbe pensare alla riforma dell’Università e vedere cosa si è scatenato contro, pur di non far passare la legge e comunque riuscendo a farla modificare a vantaggio di lobby e non degli studenti, malgrado il tentativo tutto politico, peraltro abbastanza riuscito, di fomentare ed affiancarsi alla protesta studentesca, anche se parziale.
Del federalismo ho già parlato e pure lì tutti, almeno quelli attenti alla politica e in buona fede, hanno potuto vedere quello che è successo in commissione e costatare che unicamente per interessi di parte si è votato diversamente da quella che era stata la convinzione precedente, pur in presenza di un accordo con l’unione dei Comuni e cioè i diretti interessati.
In questo caso, io non sono in grado di dire se il federalismo sarà, come dicono i leghisti, la panacea di tutti i mali, aspetto a vedere cosa succederà, se passerà definitivamente, per dare un giudizio più documentato.
Considerando, però, che molti paesi dalla democrazia avanzatissima, molto precedente alla nostra, sono federalisti, proprio male non deve essere, anche perché, almeno in teoria, all’inizio, erano tutti d’accordo nel portarlo avanti, salvo qualche distinguo da parte del solo UDC.
Gli interventi che sta preparando il Governo in tema di economia e di lavoro,sono naturalmente, specie in un momento come questo, indispensabili, doverosi e forse anche un po’ tardivi.
Senza i quali, sarà molto difficile dare un impulso alla ripresa e un futuro ai nostri giovani.
Per questo non se ne può fare a meno, ma tutto quanto descritto prima, che riguarda l’organizzazione dello Stato e del Pubblico impiego, secondo me, sarebbe da affrontare subito, perché se fosse possibile correggere quello, legiferando, credo che non ci sarebbe bisogno di altro. Purtroppo non si può cambiare una mentalità e le persone con una legge.
Solo pensando agli sprechi dei nostri soldi e a quello che si potrebbe recuperare, forse si potrebbe azzerare, se non tutto, almeno in parte, il debito pubblico.
Credo di esprimermi prudentemente dicendo questo, perché penso che si potrebbero ritrovare cifre difficili anche da pronunciare.
I politici si riempiono la bocca con i numeri dell’evasione fiscale, che pure sono importantissimi, ma credo che siano più piccoli di quelli che si possano ottenere dagli sprechi e in questo mi lancio, senza rete, in una affermazione personale, aspettando che qualcuno, in modo documentato, sia in grado di smentirmi e farmi fare la figura dell’incompetente.
Non sono in possesso di dati economici certi su tutto ciò, ma conosco molto bene l’organizzazione di alcuni uffici pubblici e quanti soldi ed efficienza si potrebbe recuperare, con un organizzazione oculata e da questo deriva la mia convinzione.
A parte il lato economico, il recupero dell’efficienza vuole anche e  soprattutto, dire servizi più efficaci per noi tutti,che non è cosa da poco anche questa e, saremo pieni anche di altri problemi, ma se non si risolve questo, non avremo un futuro roseo.
E’ come se in una famiglia si spenda in modo indiscriminato, sprecando, molto più di quello che si guadagna, facendo, oltretutto, mancare, spesso, anche le cose indispensabili.
Non si risolve aumentando le entrate, ammesso che ci si riesca, anche perché, di solito, in questi casi, più soldi entrano e più se ne spendono, ma razionalizzando le spese.
Insomma prendiamo per un orecchio i nostri figli e anche la moglie o il marito, se non si comportano bene, mettiamoli anche in castigo se occorre, ma convinciamoli che un’amministrazione sana è l’unica possibilità.
Se riportiamo questo alle grandi famiglie degli enti pubblici, visto che a livello governativo è molto difficile e comunque richiederà, ammesso che ci sia la volontà di farlo, molti anni, aiutiamoli non restando passivi.
Già in molti uffici, alla fine del servizio richiesto, ci si chiede la qualità che abbiamo riscontrato, in questi casi, credo che, assolutamente bisognerebbe dare il parere, specialmente quando non è positivo e mi risulta che ancora troppo pochi, lo fanno.
Nei casi in cui questa possibilità non ci fosse, dobbiamo farlo lo stesso, protestando con il responsabile e possibilmente lasciando una traccia scritta di tutto ciò.
Dimenticate il convincimento che le cose vanno così, che questo è l’andazzo e non cambierà mai, perché questa è proprio la mentalità che fa comodo a chi si comporta male.
Se veramente tutto ciò verrà fatto sistematicamente e in massa, sarà la vera rivoluzione pacifica, che potrebbe, in un tempo non lunghissimo, cambiare le cose, almeno per quello che riguarda i servizi per noi, se non per il risparmio economico, non quella di salire sui tetti degli Atenei o andare a protestare davanti alla villa di Berlusconi.
Per il resto, l’unico mezzo che abbiamo è il voto, quando ci sarà.
Ricordiamoci, allora, di quelli che parlano e qualcosa hanno tentato di fare, sull’alleggerimento dello Stato, sulla riforma della Pubblica Amministrazione, tenendoci molto alla larga da quei partiti che sono sempre stati e continuano ad essere, malgrado lo neghino, o cerchino di mascherarlo, in tutti i modi, statalisti.
Adesso sono, a parole, diventati tutti liberali, ma nella realtà non sono cose che si possano inventare, quando il proprio DNA è tutt’altro, pensate a D’Alema, a Bersani, a Fini, a Di Pietro, a Vendola e potrei continuare per molto.
E’ come un cane che si faccia piccolo piccolo, che impari a miagolare e vada dicendo in giro che è un gatto.
Voi ci credereste? Io no.

     




   

Nessun commento:

Posta un commento