ROBERTO BENIGNI
Sento impellente il dovere e ancora di più l’impulso irrefrenabile di ringraziare Roberto Benigni, non tanto perché avevo avuto, alcuni giorni fa, l’ardire di pregarlo di non attaccare con la sua satira il capo del Governo e di guardarsi anche intorno che avrebbe trovato molto terreno fertile in altre direzioni.
Quella non era una reale invocazione per lui, era un grido diretto al vento e a quelli che avrebbero letto, causato da una serie di delusioni e che voleva significare che ero certo che qualcuno di qualità ci fosse ancora, che avrebbe potuto farci vedere come si fa, se solo avesse voluto.
Sono certo che non ha neanche letto quello che ho scritto e nel caso, giustamente, non mi avrebbe dato retta e infatti, qualche frecciatina l’ha data, da una parte, ma, devo riconoscere, anche dall’altra, ma non è quello che importi.
Merita un ringraziamento, a mio avviso, da parte di tutti, per il MODO come lo ha fatto.
Infatti, tutto il suo intervento, che pure è stato piuttosto lungo, si è concentrato nel cercare di unire e non di dividere e anche quando ha usato l’ironia, non c’era mai malanimo, acidità, offesa, ma solo il gusto del divertimento. Secondo me, questa è la vera satira.
Rispetto a quello che si sente da parecchio tempo, una boccata d’aria pulita, pura. Ci voleva, se ne sentiva la assoluta necessità.
In Italia, solo lui, poteva fare un intervento di quel tipo che fosse, contemporaneamente, divertente e istruttivo.
Stare sul video, da solo, per un tempo così lungo senza annoiare, è qualcosa da fuoriclasse, quale egli effettivamente è, e la sua prestazione mi ha rafforzato nella convinzione che già avevo, che gli altri comici o satirici, presenti attualmente nel panorama televisivo e dello spettacolo in genere, sono di qualità veramente mediocre, per lo più di parte, ripetitivi, conformisti e non ne ricordo uno che abbia qualche idea veramente nuova, qualcosa di originale, anzi di solito sono mono maniaci.
Purtroppo mischiano l’ironia con la politica in modo rozzo e partigiano e facendo così, spesso, oltre a far ridere solo quel pubblico che la pensa come loro, non riescono, ma forse non vogliono, nascondere la volontà di far male, senza dirlo esplicitamente, dimenticando che il loro scopo principale dovrebbe essere quello di far ridere o almeno sorridere, più gente possibile.
Quasi sempre, secondo me, trascendono arrivando ad offendere anche in modo pesante, sempre nascondendosi dietro quella che dovrebbe essere satira.
“Siccome scherzo mi posso permettere di dire qualsiasi cosa anche la più turpe e oltraggiosa.”
Da sempre la satira ha attaccato e preso in giro il potere, è giusto, comprensibile e spesso divertente se è ben fatta, anche se non si capisce perché, quando chi ora è al potere, era all’opposizione, continuava ad essere il bersaglio preferito.
Ma fino a che si tratta di satira e ogni tanto si allarga il raggio di azione anche agli avversari, magari solo con piccoli accenni, è accettabile, ma quando il fine è di denigrare e dentro ci si legge una palese malignità, spesso addirittura odio, tutto a senso unico, a mio avviso non può essere giudicata satira e forse a una certa parte politica piacerà e si divertiranno, ma gli altri per nulla.
Viva Benigni e se penso a come aveva iniziato tanti anni fa….
Sembrava un po’ che facesse il verso a Woody Allen per una questione di somiglianza.
Nella realtà le qualità già si vedevano e aveva una sua strada personale che si è sempre più consolidata, aiutata da una base culturale notevole e soprattutto accoppiando alla naturale ironia, un’umanità che, al contrario di quanto pensino alcuni che si credono suoi colleghi, ma secondo me non ne avrebbero il diritto, completa ed esalta le qualità naturali, anche quelle comiche, al contrario del veleno che fa solo male e raramente fa ridere fino in fondo.


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