venerdì 21 gennaio 2011

LA PRESUNZIONE DI INNOCENZA

LA PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il Procuratore Capo di Milano, Bruti Liberati ha detto, giorni fa: ” In fondo, in Italia, c’è la presunzione di innocenza”.
Mi dispiace mai io, per quello che può valere il mio parere, mi sento di negarlo.
Forse sarebbe stato meglio, soprattutto più corretto, se avesse detto che ci dovrebbe essere…..
Purtroppo, in realtà, a mio avviso, non c’è più da diversi anni, troppo spesso, i magistrati giudicanti sono influenzati più dal Procuratore che è un collega magistrato come loro, che dalla difesa.
Della parità delle parti in un processo si parla da moltissimo, senza però che sia stato fatto niente per modificare lo stato attuale.
Ma questo non è sicuramente il problema principale, anche se ci sono stati casi di condanne che, secondo me, ma, non solo, erano incomprensibili o, perlomeno, apparivano non sufficientemente motivate.
Per fortuna non moltissime e spesso sono state modificate negli altri gradi di giudizio, ma ne basterebbe una per dire che la giustizia in Italia non funziona più bene.
Il principio fondamentale di qualsiasi paese democratico e civile è sempre stato: Meglio un colpevole libero, che un innocente in prigione.
Per condannare ci vogliono prove certe “aldilà di ogni ragionevole dubbio” se si pretende di appartenere a uno di questi paesi dalla civiltà giuridica avanzata.
Si possono citare casi famosi ed eclatanti a partire dalla preistoria, come il caso Montesi, o quelli molto più recenti di Tortora, di Andreotti, di Mannino e diversi altri meno conosciuti.
Ma il problema più grave non deriva dai processi, il vero cancro della nostra giustizia, sono le inchieste, almeno quelle fatte da una parte delle procure.
Intanto, è scontato, ma è bene ricordare che, dietro a tutte queste storie di giustizia, ci sono persone, con familiari, alcune volte con incarichi importanti, alle quali si può distruggere la vita per sempre, anche se alla fine dovessero risultare completamente innocenti.
C’è stato chi, dopo un’esperienza di questo tipo, non è stato più  in grado di riprendersi, pensate alla vicenda di Tortora o di  Luttazzi. 
Dicendo questo,non sto sostenendo che non bisogna fare le inchieste, ma che la prudenza deve essere la prima direttrice da seguire.
Pensate solo a quelle fatte dal PM Woodcock, a quanti soldi nostri sprecati per far pubblicità  ad un magistrato e questo, di solito, senza ottenere nessun risultato.
Malgrado questo, Woodcock non è stato punito, ma anzi trasferito in una Procura più importante.
E non è l’unico caso, ma quello che colpisce di più sono le inchieste sui politici in generale e su uno in particolare.
Mi ricordo, come fosse oggi, che, oltre trentacinque anni fa, discorrendo con amici della nascita del sindacato dei magistrati, dissi: “ Se la politica entra nella magistratura è finita la giustizia in Italia”. Non fui preso molto sul serio.
Ero un ragazzo, e speravo di  sbagliarmi e di non essere stato un profeta, ma sono alcuni  anni che qualche dubbio ce l’ho.
In Italia, come sapranno quasi tutti, i PM non sono come negli Stati Uniti, dove (lì si chiamano Procuratori), sono semplici avvocati dell’accusa e sono eletti dal popolo, e se, durante il loro mandato, non operano bene, possono anche non essere rieletti.
Qui  da noi, sono dei magistrati a tutti gli effetti, uguali e colleghi dei giudici, che praticamente non rispondono a nessuno del loro operato.
Infatti vengono controllati e giudicati  da colleghi e non si ricordano serie pene inflitte.
Due sono le cose o sono tutti perfetti, cosa di cui dubito molto, visti anche gli avvenimenti recenti, oppure per loro c’è praticamente l’immunità, non ufficiale ma di fatto.
Quell’immunità che si tengono molto stretta, ma che non vogliono concedere alle più alte cariche dello Stato, facendo ostruzionismo in ogni modo, quando si tenta di far passare una legge in quel senso.
Non dico che il sistema statunitense sia migliore, perché, da loro il  procuratore è soggetto al potere politico e da noi questo non sarebbe tollerato giustamente, ma se anche manteniamo il nostro sistema bisogna trovare un modo e un organo super partes che sia in grado di giudicare i magistrati che sbagliano.
In un paese degno di questo nome, visto che, ormai abbiamo potuto costatare che non esistono categorie dove i componenti sono tutti perfetti, ma che, in ognuna di esse, c’è chi sbaglia sia in buona che in cattiva fede, non è accettabile che ne esista una che non risponde mai di quello che fa.
Ma tornando alla presunzione di innocenza, la frase “sbatti il mostro in prima pagina” da noi è solo un eufemismo, visto quello che succede da almeno 3 o 4 lustri.
Ci dovrebbero spiegare il motivo per il quale è ormai prassi consolidata che un avviso di garanzia o un’inchiesta venga conosciuta prima dalla stampa, che dal diretto interessato.
Chi fa trapelare le notizie?
Pare che nessuno lo sappia.
Ufficialmente.
Ma che ci hanno preso per scemi?
Come minimo una responsabilità almeno indiretta, per la mancanza di controllo, quando non è proprio lui a fornire le carte, c’è sicuramente da parte del PM, che conduce le indagini.
Se forniscono le carte alla stampa un motivo ci sarà, e, dubito molto, che sia  per generosità o per amicizia.
Non sarà perché, quando certe notizie escono in prima pagina a nove colonne, in certi casi, il PM ha già ottenuto quello che voleva: si è fatto pubblicità, ha fatto passare per colpevole l’indiziato anche senza processo, e in secondo ordine, come minimo, ha ottenuto di “sputtanare” la persona indagata  o magari solo indiziata.
Sono cose che in Italia sono già successe molte volte, senza considerare il capitolo Berlusconi, che andrà affrontato a parte, non potendo essere avvicinato o confrontato con nessun altro, credo nel mondo, non solo in Italia.
Ma ormai ci stiamo assuefacendo a tutto ciò, come fosse normale e son pochi quelli che si sorprendono della violazione del segreto istruttorio.
Ricorderei prima di tutto, Bertolaso, persona capace e integerrima, neanche indagato, ma passato come profittatore della sua posizione, naturalmente senza nessuna prova, Denis Verdini, il cui coinvolgimento è finito nel nulla, come è iniziato, Mastella, che non da l’idea di essere un angelo, ma che hanno colpito anche nella famiglia e che nel caso specifico, almeno per quanto se ne sa, allo stato attuale, non era coinvolto in nessun reato, né lui né la moglie.
Bertolaso, che ha fatto tanto del bene all’Italia e credo che ne siano convinti la maggior parte degli italiani, almeno quelli in buona fede, ha dimostrato quanto fosse interessato a mantenere una posizione di potere, visto che, come ha potuto, ha salutato tutti, anche se avrebbe avuto la possibilità di ottenere qualsiasi incarico avesse chiesto, eppure per mesi si è andati avanti con articoli di giornali, in televisione e attraverso qualche elemento che dice di fare satira, a parlarne come di un profittatore e di un corrotto.
E’ giustamente svanito nell’ombra, schifato, a mio avviso con ragione, dall’ambiente indecente che circonda la politica.
Con lui, in particolare, sono stati ignobili, non tanto perché abbiano calcato la mano più che con altri, ma perché si tratta di un tecnico che si è dimostrato un grande, qualificato e disinteressato servitore della nazione ed è stato così colpito, solo per diminuire la qualità delle cose fatte dal governo.
La motivazione è ancora peggiore di quello che è stato detto e qualifica gli autori.
Ricordare tutte le indagini, le inchieste, e i rinvii a giudizio di Silvio Berlusconi, è praticamente impossibile, solo lui se li ricorda tutti, per quello che gli sono costati in termini di denaro, di tempo sprecato, che avrebbe potuto dedicare al lavoro politico, ma soprattutto da un punto di vista morale.
Penso che neanche i magistrati le abbiano tutte a mente.
Resterà per sempre nella memoria degli italiani il famoso avviso di garanzia del 1994 che successivamente fu la principale causa della caduta del suo primo governo e per il quale naturalmente non fu neanche rinviato a giudizio.
Ma nei successivi sedici anni è stato un continuo di inchieste di qualsiasi tipo, cercando di colpire, le sue società, lui personalmente, arrivando a tentare di farlo passare per evasore fiscale, mafioso e adesso per sfruttatore della prostituzione minorile.
Ho sentito ricordare da certuni che in Italia c’è l’obbligatorietà dell’azione penale. E’ vero, in teoria, ma, in questo caso, senza una notizia di reato,senza una denuncia,mi chiedo dove sia l’obbligatorietà, a parte che i magistrati giornalmente scelgono,non potendo seguire tutte le cause che hanno, le priorità  e di fatto l’obbligatorietà va a farsi benedire.
Bisogna tenere ben presente che questa ultima inchiesta, che sembra preparata da tempo con spiegamento di uomini e mezzi degno di ben altri crimini e criminali, probabilmente oltrepassando, almeno in parte, i limiti del loro mandato, ma questo ancora non è chiaro, spunta in un particolare momento politico e va inquadrata in questo modo, se no si rischia di non capirne i veri scopi.
Sicuramente, a mio avviso, non sono quelli che appaiono.
Per cercare di capire, secondo me, bisogna partire innanzi tutto da un fatto qualificante: da quale procura è partita l’indagine, che forse non sarebbe stata neanche competente?
Milano! Questo già dice moltissimo,visti i precedenti.
Nel nostro paese, non essendoci un’opposizione degna di questo nome, per mancanza di idee e di leader e non potendo battere il Premier politicamente, si è tentato un golpe, attraverso la fuoriuscita dal governo di Fini e una limitata parte dei suoi fedeli, senza riuscirci, si è tentato attraverso la magistratura, ma la sentenza della Corte Costituzionale, pur non essendo completamente favorevole, sicuramente gli avrebbe permesso di continuare a governare.
Come aveva pronosticato, Berlusconi, malgrado molti pronostici contrari, è anche riuscito a riallargare la maggioranza; a questo punto non restava altro che uno scandalo di enormi  proporzioni, che “causalmente” esce proprio il giorno dopo la sentenza della Corte e una settimana dopo la fiducia in Parlamento.
Valutando i precedenti e anche le carte in mano ai magistrati, che ormai sono su tutti i giornali, mi sono fatto la convinzione personale, che i giudici di Milano non puntino realmente, come hanno detto, ad un rinvio a giudizio o addirittura a un processo per direttissima, perché, più si leggono le carte, più si sentono o si leggono le interviste dei maggiori interessati e più ci si convince che i Magistrati non abbiano niente in mano per rinviarlo a giudizio o addirittura per arrivare ad una condanna.
Il vero scopo, ne sono convinto, non è quello, ma è sputtanarlo davanti a tutto il mondo per rendergli impossibile continuare a governare senza minimamente preoccuparsi dell’immagine dell’Italia in campo internazionale.
Sono degli irresponsabili. E’ notorio che ci sono paesi che non aspettano altro che di darci lezioni di etica e di morale, anche alcuni che non potrebbero darne a nessuno.
Ho paura che in questo siano già riusciti in buona parte, anche se, come al solito hanno fatto i conti senza l’oste e questo è un oste con mille risorse intellettuali ma prima di tutto morali.
Ormai dovrebbero aver imparato che Berlusconi non molla, anche se, per la prima volta ho la netta sensazione che questa volta lo abbiano veramente colpito duro.
Malgrado l’età, e tutti gli altri motivi, già più volte elencati, che dovrebbero spingerlo a mollare, ci ha messo al massimo due giorni per ritornare veramente combattivo e cercare, se ci riesce, di restituire il colpo.
Forse sarò un inguaribile ottimista, ma secondo me ce la farà anche questa volta, pure se, il danno prodotto non lo potrà mai cancellare completamente, considerando tutto quello scritto da quasi tutti i quotidiani, dalla maggior parte delle televisioni e dalla stampa estera, per quanto possa uscirne pulito, ci sarà sempre qualcuno a cui il dubbio o addirittura la certezza, resterà anche tra chi è dalla sua parte, alla faccia della presunzione di innocenza.









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