martedì 18 gennaio 2011

ETTORE PETROLINI

ETTORE PETROLINI
E’ stato un altro grande attore e autore italiano per lo più misconosciuto e trattato come un comico dialettale, un guitto da avanspettacolo, anche se, ma solo in parte, rivalutato da  alcuni attori importanti tra cui Mario Scaccia e Gigi Proietti, che lo hanno riscoperto e fatto conoscere a un pubblico più vasto.
C’è stato poi Fiorenzo Fiorentini, che, magari con un eco molto inferiore, però ha rifatto tutta la sua opera completa.
Petrolini iniziò a calcare il palcoscenico a 15 anni in piccole compagnie di giro e arrivò  poco più che quarantenne ad aver recitato in tutti i più grandi teatri Italiani, in quasi tutto il centro-sud America,  in Africa, a New York,  Berlino, Nizza, fino ad arrivare a recitare con grande successo alla Comédie Française e a Londra.
Recitò le sue macchiette e le sue commedie teatrali, ma anche commedie dei più grandi autori dell’epoca, rivelandosi non solo autore, ma anche un autentico attore di teatro e successivamente di cinema.
Tutto questo dal 1899 al 1936,data della sua prematura scomparsa.
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Tratto dall’ultimo capitolo dell’ultimo libro scritto:

Un po’ per celia, un po’ per non morir.” 1936:
Questo libro l’ho scritto un poco “a strascicone” cioè trascinandomi da un divano all’altro.
Per chi non lo sapesse, purtroppo sono in disordine con la salute.
Niente di nuovo: il solito malanno che,ogni due o tre anni, viene a farmi una visitina: ma questa volta è un po’ lunghetta.
Questa signora malattia, quando ebbi l’onore di conoscerla, tre anni or sono, si chiamava Embolia Flebite.
Allora mi feci visitare da un illustre professore il quale mi assicurò che, di questa malattia, quando non si muore, si guarisce.
Oltre l’illustre professore mi curava un altro medico che, a mie spese, mi dava queste ricette:
·   Non si agiti, per l’amor di Dio….stia fermo….con la calma, con la pazienza, con la rassegnazione “supereremo” tutto….
Il medico, bravo e buono, dice supereremo,perché anche lui “concorre” ai dolori del malato….
Aggiungeva poi:
·    Mi raccomando….immobilità assoluta….non si muova….ne va della sua vita….
Non mi sono mosso: la notte, dalla finestra, entrò un ladro mascherato e, rivoltella alla mano, mi gridò:
·    Se lei si muove è morto!...
·    Lo so, gli risposi, me lo ha detto anche il dottore….
La cosa, naturalmente, finì lì: certe cose non possono finire se non lì….io non mi mossi, rimasi a letto, umiliato più che malato….
Calma e rassegnazione,immobilità e pazienza son sentimenti bellissimi ma mortificativi, come la mia malattia: degna di una serva partoriente, ma non di me!
Un dottore mi spiegò,con l’abbondante terminologia del caso, che, messa alla porta Embolia, è sperabile metterci Flebite: come spero fare per la signora Anginetta che da otto mesi circa si diverte a farmi compagnia….
Io dico con Galeno:
·        Il problema è non di guarire ma di vivere ed abituarsi a vivere coi propri mali.
Ma sarà stato proprio Galeno a dirlo?
Un giorno che il male infieriva e mi tormentava l’affanno presi il telefono che avevo a portata di mano:
    ·    Pronto?
    ·    Pronto?
    ·   Sei tu, Alcibiade amico? Senti, io non o più nessuna fiducia nei medici che mi curano….mandami il tuo….quello d’un altro….non importa quale….voglio sentire cosa mi dice….voglio vedere una faccia nuova….
    · Va benissimo, Alcibiade rispose, te lo vedrai arrivare tra  mezz’ora.
Affannatissimo sempre, attesi.
Dopo mezz’ora e pochi minuti l’illustre professore Serafino Tenore arrivò.
Appena scambiati i dolci sorrisi d’uso gli chiesi, sempre con il mio affanno:
     ·    Adesso,caro professore,voglio sentire cosa mi conta….
     ·    Lei vorrà dire che cosa le canto….
E attaccò:
·        Dei dolci affanni
     Compenso avrai,
     Dei dolci affanni
     Compenso avrai,
     La tua salute rifiorirà….
Sparì come una nuvola: ma per qualche giorno mi sentii meglio….
Volete qualche notizia dei miei allegri e diversi malanni ,che si presentano nei modi più  eccentrici e brillanti?
Anginali e pettorali,embolici e flebitici, venali e non venali….
Ora frequento un corso di malato saggio, ma da parecchi anni ne seguo un altro, per essere promosso defunto effettivo: sembra impossibile, ma ancora non ci riesco….
Con me però c’è il Sig. D’Aspetto che gode ottima salute: non c’è uno che venga a farmi visita e non mi dica:
     ·   Ma sa che D’Aspetto sta proprio bene?
Purtroppo, D’Aspetto sta bene, ma sto male io.
Adesso mi “convalescenzio”: ho ancora bisogno di qualche mese di riposo e così durante il “convalescenziario” seguiterò a scrivere di queste cosucce: dalle quali trasparirà il succo del mio ingegno….
Niente di grave, niente di solenne: come tutto il lavoro: “Un po’ per celia,un po’ per non morir….”. 

Dopo pochi giorni il 29 giugno 1936 muore nella sua nuova casa romana.
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I salamini.
Rappresentati per la prima volta al teatro Morisetti di Milano nel 1908.
Del dì nel quale io mi maritai
Con mia moglie non feci questione mai.
Qualche volta la porto anche sul tranvai
Questa mattina i salamini mi comprai.

Ho comprato i salamini e me ne vanto.
Se qualcuno ci patisce che io canto
E’ inutile sparlar
E’ inutile ridir
Sono un bel giovanottin
Sono un augellin….

Vorrei tornar bimbino
Da tutti carezzato
Di sera e di mattino
Vorrei essere sbuccellato
Allor chi mi vedeva
Di me si innamorava
Al seno mi stringeva

Evviva l’alluminio!

Fiore di virgoletta e di bacillo
Quando ti vedo mi fa male un callo
Ti amo come si ama il coccodrillo.

Fiore di pippa spenta in bocca a un pollo
Sei bella più del grasso del cappello
Più di una busta senza il francobollo.
Fiore di viole
Dovevano arrivare trentasei automobili
E’ arrivato un carrettino a mano
Eh! Ti à piaciato?....

Io sono un poeta estemporaneo improvvisatore
Imbecille io son
Perché?

Perché sì. Insisto sul sì;non faccio del male a nessuno se dico di sì;quante cose si possono risolvere rispondendo di sì; e allora sì.

Ti à piaciato?....

Mi chiamo Ambrogio
Ho l’orologio
Che segna sempre le ventitré

Chi sa perché?

E quando piove
Riparo dove
L’acqua non cade
Sopra di me

Chi sa perché

Forse perché io non sono biondo
Ed ho gli occhioni belli….
E sono tondo tondo
E canto gli stornelli
Ti à piaciato?

Adesso ti dò un problema: ho un’automobile della forza di centocinquanta cavalli sulla quale possono andare sei persone e l’automobile può fare quaranta chilometri all’ora. Quanti anni ha l’autista? Lo sai o non lo sai? Ha trentadue anni. C’è poco da ridere : è un amico mio; me lo ha detto lui. Ti à piaciato, eh?
Tutto è sbagliato, tutto un mondo da rifare. Ieri un amico mi ha detto: “Andiamo a trovare un tale in casa di salute” . Era morto, era morto di salute. Un altro mi indica una cancellata; ma come può essere cancellata se c’era. Un tale mi indica per strada un signore e mi dice: “Lo vedi quello è il perito”….Ma come poteva essere perito, se era vivo. Tutto sbagliato, tutto un mondo da rifare. Un altro mi dice: “Ti voglio portare a vedere il cantiere”…. Stavano tutti zitti.…non cantava nessuno. Ti à piaciato,eh?
Tutto sbagliato tutto un mondo da rifare….per esempio,dicono orologio….ma orologio quando è d’oro ma quando è d’argento,argentologio,e quando è di nichel, nichelologio. Tutto sbagliato, tutto un mondo da rifare. Per esempio,miope,quando sono io miope ma quando è lui, luipe, e quando sono loro, lorope….Ti à piaciato,eh?....
In Italia non c’è patriottismo. Stasera, magari vado in galera, ma dico tutto; sì, perché tutti i grandi uomini che hanno speso la metà della vita per l’indipendenza italiana vengono cacciati via. L’ho visto io, con i miei occhi, scritto: Via Cavour, Via Garibaldi, Via Mazzini, Via Quintino Sella, Via Giovanni Lanza. Bisogna scrivere Resta Cavour, Resta Mazzini, Resta Quintino Sella. Ti à piaciato,eh? Più stupidi di così si muore.
Tutto sbagliato, tutto un mondo da rifare. Per esempio questo cosetto qui che teniamo sulla giacca si chiama bottone, e quello dove ci mettono il vino lo chiamano botte. Questi che abbiamo qui nella pancia li chiamano intestini, ma intestini quando stanno in testa; quando stanno qui impancini. Tutto sbagliato,tutto un mondo da rifare. Lo sai che differenza passa tra un soldato e il ferro? Che il soldato monta la guardia e il ferro CHINA BISLERI. Più stupidi di così si muore.

Ho comprato i salamini e me ne vanto.
Se qualcuno ci patisce che io canto
E’ inutile sparlar
E’ inutile ridir
Sono un bel giovanottin
Sono un augellin….     

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ETTORE PETROLINI   -   ROMA 13 gennaio 1884 – 29 giugno 1936

Questo può considerarsi solo un assaggio della sua opera che è vastissima e che è stata per l’epoca molto innovativa, perché quell’umorismo surreale, del “nonsense”, che all’inizio veniva anche un po’ deriso, è stato successivamente accettato e osannato dalla maggior parte dei critici e  sposato dai futuristi, ma soprattutto  abbondantemente copiato da imitatori  dichiarati,  ma anche attinto da comici in periodi successivi cercando di attribuirsene la paternità.
Non tanto delle battute famose, perché troppo riconoscibili, quanto dei tempi comici e del suo modo di stare in scena.
Spero, in un altro momento, di poter pubblicare qualche altro stralcio dei suoi scritti, che sono molto vari, convinto di fare cosa gradita.

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