Il mio caro amico Leonardo Castellucci mi scrive di nuovo con mio grande piacere:
Pensiero impulsivo
La vita non mi ha mai annoiato perché non ho mai avuto il senso esatto di ciò che sia. Dei suoi limiti. Come la morte, che pure m'ha fatto paura in altre età, oggi mi torna come luogo e mi pare di comprenderla perfino. E' come qualcosa cui manca un futuro, una proiezione, una speranza. E' la fine? No. E' l'inizio? Neppure. E' forse un luogo che ci pare avulso ma che ci appartiene e che ci confonde perché di noi si prende gioco, basandosi su un tempo che non propone, che non promette, che non c'è (per noi). Ma non mi pare sia questa la sua chiave. Per questo, penso, i poeti e i filosofi e poi noi, che un po' poeti e filosofi dobbiamo essere per naturale predisposizione al pensiero e alla sensibilità, ci siamo interrogati e ci interrogheremo senza poterci dare una risposta esatta. per questo l'amore non può essere che una proiezione virtuosa e un po' solipsista. Perché altrimenti quell'altro amore poi si carica di stanchezza e non soddisfa più e non eccita più e non si veste più di seduzione.
Mentre noi, noi tutti, dobbiamo navigare da soli per capire. Ma dandosi la mano.
Leo
Impulsivamente rispondo:
Charles Bukowski, diceva che solo i noiosi si annoiano, sia che sappiano ben definire o no la vita e anche la morte.
Quanto a quest’ultima non mi spaventa ma mi incuriosisce, non solo per il dopo del quale, infine, ho deciso di non immaginarmi, ma per il quando, che, più mi guardo intorno, e più mi appare sempre più imprevedibile, spesso irrazionale.
Insomma sono un po’ curioso, ma con la profonda sensazione che la cosa, in fondo, non mi riguardi veramente.
Per quanto concerne, invece, l’amore, se è così che veramente la pensi, a mio modesto avviso ti perdi parecchio.
In quel modo finisci per amare sempre una proiezione di te stesso, ma in questo sei in buona compagnia.
A mio parere è un po’ troppo facile.
Anche l’amore, come tutto il resto che valga la pena, è una conquista, per goderne e soprattutto, per riuscire a mantenerlo il più a lungo possibile.
E’ un impegno giornaliero, difficile.
Tratta di uno scambio sentimentale, psicologico, erotico, difficile da mantenere vivo a lungo, ma proprio in questo sta “il su’ bello”.
Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni e della quale sono assolutamente certo, è che, più le cose sono complicate, più vale la pena di viverle e maggiori sono le soddisfazioni che ne ricevi.
Non credo che l’uomo in generale si potrà mai sentire completamente appagato almeno in vita, ma quelle ne sono un’ottima imitazione e soprattutto danno una sensazione di serenità e di compiutezza.
Capisco benissimo che ci possono essere casi nei quali non si ritenga che impegnarsi a fondo valga la pena.
Sono certo anche però, che, nella realtà, siano molti meno di quanto si pensi o di quanto sembri in certe occasioni e che riflettendoci dopo qualche tempo, qualche dubbio, qualche rimpianto se non qualche rimorso, affiorino.
Quanto al navigare da soli, in certi momenti non se ne può fare a meno, ed è anche spesso qualificante e perfino gratificante, ma riuscire a condividere tutto quello che è possibile con una persona che stimi,che ami e di cui ti puoi fidare, è divino, è raro e non c’è niente di meglio.
Perciò è giusto navigare da soli dandoci la mano, ma se almeno una persona ce l’hai al tuo fianco, magari a comandare il fiocco, sia di bolina che di poppa la barca risulta sicuramente più stabile.
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