LE ULTIME FIAMMELLE
Che noia sentire sempre gli stessi discorsi.
Mi rendo conto che non è facilissimo essere originali, avere nuove idee, saperle proporre.
Ma con il passare degli anni, riflettendo sulla mia vita, soprattutto su quella che mi resta, mi chiedo: se non trascorro ogni giorno cercando di pensare e conoscere almeno una cosa nuova, non starò sprecando il mio tempo?
Penso di si e mi propongo di farlo prendendolo come fosse un lavoro.
Perché?
Per molti buoni motivi, il primo dei quali è che pensare, analizzare, studiare, qualcosa di nuovo, fa bene alla salute e anche alle persone che avranno l’avventura, se l’avranno, di ascoltarti.
Non necessariamente perché si debba essere obbligati a trattare per forza argomenti importanti e impegnativi, se sono di poco valore o addirittura sciocchi non cambia nulla, forse migliora, l’importante è l’attenzione e la dedizione.
Ricordo che tanti anni fa, conoscevo un ragazzo che sosteneva di usare un sistema per arrivare nella vita, che, secondo lui, era infallibile.
Imparava una parola nuova del vocabolario ogni giorno e, continuando così, tra un certo numero di anni, era certo che sarebbe diventato l’uomo più colto di Italia.
Non so se mai ci riuscì o se una volta riuscito, la cosa lo soddisfece, ne se il tentativo fosse giustificato.
L’idea di impegnarsi anche in una cosa che io non avrei fatto mai, se non altro, me lo fa parzialmente apprezzare, almeno nelle intenzioni.
Io, però parlo d’altro, parlo del tempo che trascorre e lo fa molto velocemente senza scandire i minuti e neanche le ore, e quasi a tutti succede che ci si alza una mattina….. ieri eri giovane, oggi sei vecchio.
Se già non lo abbiamo fatto già troppo, non è perdonabile sprecare il tempo. Quello solo abbiamo, e spesso è anche poco.
Cosa c’è di più bello che decodificare una qualsiasi cosa del creato o anche fatta dagli uomini ogni giorno? Analizzarla, sviscerarla, anche se si trattasse del sistema di migrazione degli storni, nel caso non lo conoscessi.
Tutto intorno, mi giungono alle orecchie i suoni stonati di voci quasi sempre inutili che ripetono all’infinito frasi malevole, in risposta ad altrettante velenose, che sembrano non avere fine e soprattutto non portare a nessun risultato.
La moltiplicazione delle voci non da nessun prodotto concreto e quantificabile.
Non li voglio sentire. Preferisco affrontare e diventare uno specialista della sintesi clorofilliana o delle maree.
Voglio studiare come la corrente del Golfo influisce su molto del tempo meteorologico dell’Europa.
Sono e sono stato terreno e il risultato è che, in tutti questi anni, mi sono occupato di cose terrene. Del lavoro, della politica, degli amori, della giustizia, dell’ingiustizia, perfino dello sport.
Tutto ciò mi ha riempito gran parte della vita, facendo leva anche su nobili ideali, alcune volte ho lottato per essi anche aspramente perché, quando si è certi di avere ragione, si è pronti ad affrontare chiunque.
Ma non voglio più essere della Roma o della Lazio, sono convinto che non serve e che neanche fa bene.
Credo che sia più importante capire come fa una centrale idroelettrica a trasformare l’acqua in energia o approfondire la storia pittorica e architettonica all’interno di una famosa Chiesa romana.
Lascio il campo a tutti quei giovani leoni, pronti a battersi da una parte e dall’altra, molti dei quali convinti e in buona fede, ma che non invidio minimamente.
Mi auguro che le nuove leve siano in grado di ottenere le cose che non sono riuscite a me, per il bene loro, di tutti gli italiani e un po’ anche il mio.
Finalmente, da convinto parassita, potrò pensare alla soddisfazione di me stesso, sfruttando il lavoro degli altri, che poi nella vita, sarà una cosa inconfessabile, ma resta la più grande aspirazione.
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