UNA BRAVA PERSONA
Cercando un libro da leggere me ne trovo tra le mani uno già letto tanti anni fa di Giovannino Guareschi, “Corrierino delle famiglie” di cui riporto solo la Premessa perché secondo me è significativa:
PREMESSA
Perché vi parlo sempre di me? Perché da anni ed anni io racconto, ogni settimana, le mie vicende personali ai miei ventitré lettori?
Chi sono io?
Son forse un uomo tanto importante da eccitare la curiosità della gente e da renderla ansiosa di conoscere anche le più minute vicende della mia vita familiare?
No davvero: sono un uomo comune e quindi mi pare, parlando di me e dei miei, di fare un po’ la storia dei milioni e milioni di uomini comuni che, con la loro assennata mediocrità, tengono in piedi la baracca di questo mondo. Quella baracca che gli uomini “eccezionali”, gli uomini “fuor dal comune” tentano di scardinare con la loro genialità.
Perché vi parlo sempre di me, di Margherita, di Albertino e della Pasionaria?
Perché è giusto che io ne parli in quanto, mentre la storia e la cronaca si preoccupano di comunicare ai contemporanei e di tramandare ai posteri le vicende degli “uomini eccezionali”, nessuno si cura degli uomini comuni.
Giovannino, Margherita, Albertino e la Pasionaria: chi son costoro se non i rappresentanti della famiglia “comune”?
Cosa importa se Margherita ha il complesso del pomodoro, se Albertino si preoccupa di sapere il sesso delle biciclette, se la Pasionaria preferisce una macchina per tappar le bottiglie alla bambola più bella? Cosa importa se Giovannino ha il mestiere che ha e porta i baffi che porta?
Non c’è davvero niente di “eccezionale” in tutto questo, e non è, quella di Giovannino, una famiglia “originale”, e non è Margherita una donna “speciale”. Né Albertino e la Pasionaria sono bambini “straordinari”.
Esistono cento qualità diverse di uva: c’è la bianca, la rossa, la nera, la dolce, l’aspra, l’uva moscata, la malvasia,il lambrusco,la fortana, l’uvona, l’uvetta e via discorrendo.
Ma, pur se spremete cento grappoli d’uva di qualità diverse, il sugo è sempre quello: vino.
A spremer uva non caverete mai benzina, latte oppure limonata.
E’ il succo quello che conta, in ogni cosa.
E il succo della famigliola di Giovannino è quello stesso identico di milioni di famiglie “comuni”: perché i problemi base della famiglia di Giovannino son gli stessi di milioni di famiglie, perché questi problemi base scaturiscono da una situazione familiare originata dalla impossibilità di intaccare i principi che costituiscono e debbono costituire le fondamenta di tutte le case “comuni”.
Di tutte le case oneste, insomma.
Perché io vi parlo sempre di me e della gente di casa mia? Per parlarvi di voi e della gente di casa vostra. Per consolare me e voi della nostra vita banale di onesta gente comune. Per sorridere assieme dei nostri piccoli guai quotidiani. Per cercar di togliere a questi piccoli guai (piccoli anche se sono grossi) quel cupo color di tragedia che spesso essi assumono quando vengano tenuti celati nel chiuso del nostro animo.
Ecco: se io ho un cruccio, me ne libero confidandolo al Corrierino. E quelli, fra i lettori del Corrierino, che hanno un cruccio del genere nascosto nel cuore, trovandolo raccontato per filo e per segno nelle colonne del Corrierino, si sentono come liberati da quel cruccio.
Infatti quel cruccio, da problema strettamente personale, diventa un problema di categoria.
E, allora, è tutta un’altra cosa.
GIOVANNI GUARESCHI
Da: IL CORRIERINO DELLE FAMIGLIE
Edito da: RIZZOLI LIBRI S.p.A. – Milano 1954
Che ve ne pare?
A mio modesto avviso, con quel suo modo bonario e semplice di scrivere da l’impressione di dire cose scontate che scontate non sono affatto.
In primo luogo perché quasi tutti gli altri parlano e scrivono di se stessi e delle cose che interessano loro, mentre lui scrive veramente quello che pensa, all’apparenza senza seguire alcun tipo di interesse personale.
La sua storia dimostra che si trattava di una persona perbene che scriveva per gente perbene.
La sua storia dimostra che si trattava di una persona perbene che scriveva per gente perbene.
Secondo, perché la mia esperienza mi dice che gli uomini che si comportano e vengano ritenuti come “comuni” in genere non lo sono affatto, così come spessissimo quelli ritenuti “eccezionali” lo siano spesso molto meno di quello che sembrano o che vengano considerati.
Vi ricordate il vecchio film western?
La famosa frase: E’ talmente bravo che non sente il bisogno di dimostrarlo?
Spiega molto bene tutta la sua produzione e anche il mio commento.


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