UN GRANDE UOMO, UN GRANDE PAPA
Ho assistito oggi in televisione, alla beatificazione di Giovanni Paolo II.
La prima cosa che ha colpito me come, penso, la maggior parte delle persone, è la quantità di uomini e donne, che provenienti da tutto il mondo, hanno partecipato, a sei anni dalla morte, alla sua proclamazione, al riconoscimento ufficiale delle sue qualità, che già gli riconoscevano tutti i suoi fedeli sin da quando era vivo.
Quel grido “Santo subito” della folla alla notizia della morte, mi è rimasta dentro e credo che sia indimenticabile per molti dei presenti.
E’ stato uno dei pochi uomini che ha saputo conquistarsi una popolarità, ma soprattutto un affetto in quasi tutto il mondo da moltitudini di persone molto diverse tra di loro.
Ho sentito parlare di carisma descrivendolo e indubbiamente lo aveva, di grande comunicatore, ma su questo non so dire.
Riusciva a comunicare la sua umanità, a parole ma anche fisicamente, si lasciava toccare e toccava i suoi fedeli, aveva il piacere del contatto fisico che lo commuoveva e faceva commuovere.
Gesti palesemente spontanei che hanno colpito la gente e che erano talmente diversi dai sui predecessori, da farne un caso unico.
Credo che per questo e per le sue parole meriti di essere riconosciuto come santo ancor più che per azioni ritenute miracoli.
Nei giorni in cui stava tanto male e c’era una veglia sotto la sua finestra e subito dopo la Sua morte, scrissi due cose che riporto di seguito, soprattutto perché è bello rileggere sensazioni scritte a caldo, ancora influenzato dagli accadimenti e scoprire se a distanza di anni, il modo di giudicare certi avvenimenti è cambiato e quanto l’emozione del momento può condizionare il giudizio.
Roma 2/04/2005
IL PAPA POLACCO
Morto un Papa se ne fa un altro.
Il detto popolare non si riferisce, naturalmente, specificatamente al Papa, ma al fatto che si ritiene che nessuno sia insostituibile e forse è spesso vero, rispecchia una realtà che, però, vista dal proprio punto di vista, risulta spiacevole, diminuendo il valore di quello che la singola persona ha realizzato nella vita.
Poi però ci sono personalità che non sono così sostituibili, che hanno qualità intellettuali, umane, oratorie, stile di vita, naturale facilità nell’aver presa sulla gente, capacità di farsi ascoltare da tutti, che non essendo comuni, rimangono nella storia come un punto fermo che segna un periodo storico, che non sarà diminuito da chiunque venga dopo di lui.
Il Papa polacco sta morendo. Il mondo è in attesa del miracolo o della conferma che è finita la sua partecipazione a questa vita terrena nella quale, qualunque sia l’opinione che si avrà di Lui quando sarà trascorso il tempo necessario a placare l’emozione di questo momento, lo ha visto comunque sempre protagonista universale.
Molti, lo hanno apprezzato, alcuni lo hanno criticato rimproverandogli troppo conservatorismo nei riguardi della dottrina della Chiesa.
Mi chiedo cosa avrebbe dovuto fare il Capo della Chiesa, Il Vicario di Cristo, il custode della dottrina cattolica.
Ho paura che, spesso, certe critiche che ho sentito, in questi lunghi anni di pontificato, fossero dettate da interessi personali o di categorie a cui non facevano comodo certi discorsi che lui faceva apertamente senza nessuna remora.
E’, alcune volte, mancato il rispetto che si deve a chi ha un grande compito da assolvere e delle profonde convinzioni in quello che fa e in come lo fa.
Proprio verso di Lui, che si è dimostrato il più comprensivo verso le idee degli altri, delle diverse confessioni religiose, che ha ammesso e chiesto perdono, per la prima volta nella storia della Chiesa, almeno a questi livelli, per tutte le colpe passate, verso i popoli e le altre religioni.
E’ stato giudicato spesso come un Papa che faceva politica ed io lo nego nella maniera più assoluta, almeno la politica come la intendiamo normalmente, in quanto si è battuto sempre contro le ingiustizie, da qualunque parte venissero ed a difesa delle popolazioni in difficoltà, a qualunque credo religioso appartenessero.
Ha sempre difeso gli oppressi e le persone disperate, ha combattuto il comunismo e gli eccessi del capitalismo, ha bollato con parole durissime il fascismo ed il nazismo.
Dicono che ha contribuito a far cadere il comunismo in Europa e di conseguenza il muro di Berlino, io non so quanto sia stato decisivo in questo o quanto ormai i tempi fossero talmente maturi che sarebbe comunque avvenuto anche senza il Suo contributo.
In ogni caso, sia stato o no decisivo, ha combattuto una cosa che conosceva bene per averla vissuta personalmente e che rientra nella lotta di tutta la Sua vita contro le ingiustizie e la politica non c’entra niente.
Ha dato la sensazione, in tutti questi anni, a quasi tutti, di credere fermamente, in quello che ha detto, senza nessuna riserva mentale e senza tutelare gli interessi personali, certo di dover assolvere un compito difficilissimo, un fardello che ha portato su di sé, dando l’idea che per Lui non fosse un peso insopportabile. Magari lo era, ma non lo dava a vedere.
E questa è una qualità, se non unica, almeno rarissima di questi tempi, perché in tanti anni non ricordo altri personaggi di quel livello e di quell’importanza, che non siano, prima o poi scivolati nel difendere interessi di parte.
E’ sembrato un padre buono, e lo era, durissimo con chi lo meritava e dolcissimo con tutti gli altri, un uomo forte, anche fisicamente, che, pur colpito nel corpo da una serie di vicissitudini ben note, non ha mai dato la sensazione di cedere, di mollare i sui impegni, per quanto se ne sa, neanche oggi.
Io non so come finirà, quanto tempo avrà ancora da stare con noi, ma comunque vada, arrivederci Karol, ci mancherai, sei il quinto Papa che ho potuto vedere nella mia vita, sicuramente l’unico che mi lascerà nel cuore un ricordo indimenticabile ed insostituibile.
I FUNERALI
Purtroppo Papa Giovanni Paolo Il, il Grande, come cominciano a chiamarlo adesso, alla fine è veramente morto, Il Padre lo ha richiamato a sé, i sogni dei milioni di persone che hanno sperato e pregato sino all’ultimo, sono rimasti delusi, anche se non c’è molta tristezza, si è diffusa una serenità tra la gente che lo amava e che è certa, come poche altre volte, che ora si trovi in un luogo migliore, quale premio per una vita spesa per il bene e gli interessi degli altri e che in ogni caso rimarrà sempre tra noi, almeno nello spirito, se non nel corpo.
Oggi ci sono i Funerali e, credo che, per la prima volta nella storia, si sia verificata una mobilitazione mondiale che non ha precedenti.
A Roma, ci sono le delegazioni di quasi tutti i paesi del mondo, compresi diversi rappresentanti di Nazioni non di fede cattolica.
Paesi comunisti, paesi che con la Chiesa hanno spesso avuto rapporti difficili, Presidenti, Re, insomma tutti o quasi i potenti della terra, che sono venuti per Lui, mischiandosi alla folla di persone comuni.
Quello che colpisce di più, sono i due milioni e mezzo di persone sconosciute, che nel giro di pochi giorni si sono mosse da tutto il mondo per darGli un ultimo saluto e che sono stati capaci di fare file di oltre dieci ore in piedi per tentare di vederlo un ultima volta.
Soprattutto c’è stato l’arrivo di una quantità notevole di giovani che sentivano questo Papa vicino a loro come nessun altro, perché Lui si rivolgeva soprattutto al cuore ma anche alla mente della gente.
In tanti anni abbiamo avuto Papi ascetici, Papi diplomatici, Papi buoni, Papi dalla forte caratteristica intellettuale, Papi conservatori e Papi innovatori, ma nessuno di Questi ha provocato una reazione, durante il Loro Pontificato e dopo la Loro morte, di questa intensità.
In particolare, non ricordo pareri quasi tutti così concordi nell’affermare che sia stato un Papa, ma soprattutto un uomo, speciale, di cui si sentirà molto la mancanza e che ha avuto la capacità di farsi capire ed accettare da tutti o quasi, spesso con modi molto semplici, spontanei, anche al di fuori dei tradizionali comportamenti tenuti dai Suoi predecessori, ma sempre tenendo ben presente la Sua missione ed il bene del mondo intero, non solo cattolico.
L’ho già detto, era chiarissimo che fosse un uomo che credeva profondamente in quello che faceva e lo faceva spontaneamente, e, pur avendo una notevole capacità intellettuale, spesso certe Sue esternazioni erano, anche al di fuori del protocollo, tanto radicato in quasi tutti gli atti della Chiesa.
Mi torna in mente la Sua immagine, già anziano, che accenna a movimenti di ballo in mezzo ai giovani, o l’ultima apparizione dalla finestra di S. Pietro, nella quale ha avuto quasi un gesto istintivo di collera per non riuscire a parlare.
E’ stato ed è un fenomeno eccezionale, un uomo fuori del comune, che non ci aspettavamo, che ci ha sorpreso, considerando i predecessori e l’importanza e le responsabilità della carica che rivestiva.
Lo abbiamo sentito tanto vicino anche per il modo di sopportare le sofferenze e le malattie che lo hanno colpito, senza mai venir meno ai Suoi impegni, alla Sua missione, ha dimostrato un coraggio ed una volontà di ferro.
L’amore che ha predicato, l’abbraccio rivolto a tutti, specialmente verso i più bisognosi o in difficoltà, sono entrati nell’anima della gente, diffondendo, a raggio, intorno a Lui, come un sasso nell’acqua stagnante, un vento di umanità, di comprensione, di amore e di giustizia che penso resterà ancora per molto, forse per sempre, in alcuni.
Non si può neanche considerare un vero fenomeno mediatico, così diffuso ai giorni nostri, anche se naturalmente la televisione ha contribuito a farlo conoscere di più in tutto il mondo, ma Lui le persone le è andate a vedere e a conoscere sul posto, anche quando, fisicamente, sembrava che non ce la potesse fare, nei luoghi più sperduti e lontani, lasciando quasi sempre un ricordo indimenticabile per il messaggio che ha saputo e voluto lasciare loro e ricevendo un attestato di amore in alcuni casi imprevedibile per intensità e per quantità.
La visita a Città del Messico ce l’ho ancora impressa negli occhi.
L’omaggio agli ebrei e ai mussulmani fatto in umiltà, nella sua visita a Gerusalemme, credo che resterà nella storia.
La gente è strana, le persone sono di tutti i tipi, buone, cattive, spirituali, razionali, alle volte anche algide, ma nel loro complesso evidentemente hanno una capacità, spesso anche istintiva, di saper riconoscere la bontà, quella vera, soprattutto, la sincerità e la buona fede di un uomo che, per missione, pur avendo sempre presente il bene della Sua Chiesa, si impegnava, senza secondi fini, per il bene dell’umanità e anche delle singole persone.
Non essendo comune, ma anzi rarissima, quando avviene provoca una reazione di positività nei cuori ed un amore incondizionato per chi ha avuto il potere di farci provare concretamente quelle sensazioni e credere in quelle idee che normalmente ci limitiamo a fantasticare, perché ormai ritenute da tutti come utopistiche.
Una bella lezione per i potenti di tutto il mondo.
Ci ha fatto sognare.
“NON ABBIATA PAURA”…. sono tra le prime parole del Suo Pontificato e continuava a ripeterle e forse dopo di Lui ne avremo un po’ di meno.
Rileggendo, credo che non toglierei nulla di quello che pensavo all’epoca, forse rimarcherei che tutto quello che è successo ieri, tutta la formalità liturgica alla quale abbiamo assistito e anche questa volta, a sei anni dalla morte, pare che ci fossero quasi un paio di milioni di persone provenienti da tutto il mondo, doveva essere fatta, perché il riconoscimento ufficiale, probabilmente gli era dovuto.
Anche se le moltitudini di persone che lo hanno così profondamente amato e che sono state totalmente ricambiate, come già scritto, lo consideravano Santo senza tanti formalismi, che pure, in questo caso, un loro valore intrinseco lo rivestono.
Giovanni Paolo II resterà per sempre nei nostri cuori per quello che ha saputo dire in tutto il suo pontificato, ma ancora di più per le sue azioni, dalle più importanti e ufficiali alle più piccole e informali.
Gli abbracci alle persone che riuscivano ad avvicinarlo, persino a quella ragazza ispanica che saltando le transenne era riuscita a stringersi a lui, ricambiata per lunghissimi minuti che sembravano non finire mai, provocando una commozione non solo nella ragazza, ma anche in Lui e in tutti quelli che ebbero il dono di assistere.
In conclusione, considerando le grandi qualità, che ho tentato parzialmente di elencare, di questo grande uomo, se dovessi sceglierne una che, secondo me, è stata il motivo principale della sua popolarità e dell’amore che lo ha sempre circondato e lo circonda, sono quasi certo che quella più decisiva sia stata la spontaneità, alla quale il mondo non era e non è purtroppo abituato e che chissà quanto dovrà ancora aspettare per vivere un’altra esperienza che almeno ci si avvicini.
Ci manca tanto e ci mancherà per sempre.
Nessun commento:
Posta un commento