STANOTTE HO FATTO UN SOGNO (PIU’ DI UNO)
Stanotte ho sognato che fossero spariti i malvagi, fossero stati eliminati i truffatori, che non ci fossero più i cretini, che la gente si occupasse anche degli altri, che desse meno importanza al denaro, che le strade di Roma fossero pulite, che si risolvesse il problema della mondezza a Napoli, che fossero riconosciute le qualità delle persone a prescindere dall’appartenenza politica, che non fossero idealizzati alcuni personaggi solo perché inseriti in un gruppo e sottovalutati gli altri che ne siano fuori, che fosse dato il giusto riconoscimento ad alcuni grandi quasi completamente dimenticati.
Ho sognato di ritrovare la salute che avevo sino a pochi anni fa, non la gioventù, solo la salute, che i politici, tutti, riconoscessero che quando una cosa è giusta o almeno non ingiusta, lo è da qualsiasi parte provenga, che in Italia la giustizia funzioni meglio, a prescindere dalle questioni politiche, che i magistrati facessero il loro lavoro senza immischiarsi nei compiti dei politici, che la magistratura non abbia più un sindacato, che i giovani pensassero soprattutto a studiare senza fare inutili dimostrazioni di piazza, che i professori pensassero soprattutto a insegnare e lo facessero evitando di sostenere opinioni di parte, che di “cattivi maestri” ne abbiamo già avuti tanti, che si smettesse di seminare odio pensando di ottenere più facilmente i propri scopi.
Ho sognato che il cibo fosse più genuino, che certe tradizioni artigiane tipiche italiane non si perdessero completamente, che il mare fosse più pulito, che ci fosse lavoro per tutti ma anche che tutti fossero disposti, in caso di necessità, ad accettarne, almeno provvisoriamente, uno qualsiasi, che non ci fosse prevenzione per gli extracomunitari, almeno per quelli che si comportino bene, che la tolleranza torni a essere, non solo una virtù cristiana ma anche un dovere civile, che la cortesia sia un fatto scontato per tutti e non un optional, che le donne potessero andare in giro da sole anche tardi la sera senza essere aggredite o violentate, che i ragazzi non sentissero più il desiderio dello sballo potendo trovare il loro divertimento in altro modo, che le ragazze ricominciassero a guardarmi con interesse magari cercando di non farsene accorgere, qualcuna anche in modo palese, come mi succedeva sino a qualche tempo fa.
“Io ho un sogno” diceva Martin Luter King e gli hanno sparato, io che ne ho così tanti, cosa mi faranno?
Forse converrà ridimensionarmi, tanto una volta sveglio ho dovuto costatare che la maggior parte non sono realisticamente realizzabili almeno a breve scadenza e forse mai.
Una parte l’avevamo ma, avendoli persi, difficilmente ritorneranno, altri non li abbiamo mai avuti e dubito molto che li vedremo mai attuati.
Forse basterebbe limitare le pretese, essere un po’ realisti.
Allearsi per circoscrivere e isolare i malvagi, mettere in galera la maggior parte dei truffatori e se anche tenderanno a riprodursi auto-fecondandosi come ermafroditi, non perdere la fiducia e continuare a combatterli.
Avere pazienza e parlare anche con i cretini continuando a spiegargli le cose anche quando sembra che sia tempo perso, perché le persone se hanno una cosa bella è l’imprevedibilità e chiunque qualche volta riesce a sorprendere.
Per fortuna una parte benemerita di persone che si occupa prevalentemente degli altri già c’è, si tratterà di incrementarla, anche se non c’è bisogno di fare il missionario perché bastano piccoli atti giornalieri per soccorrere un vicino di casa in difficoltà, una bambina, un giovane a intraprendere una strada giusta o a uscire da una sbagliata, aiutare un anziano che non ce la fa, l’importante è esserci, accorgersi che ci sono anche gli altri.
Proprio ieri ho visto un film che parlava del giovane che ha inventato Facebook e che è diventato uno degli uomini più ricchi d’America e del mondo e anche uno dei più soli e infelici.
Lo so benissimo che “I soldi non fanno la felicità”, è un luogo comune, ma so che questo vale anche per il suo contrario.
Credo che tendere a una sicurezza economica è utile e doveroso, ma che usare le proprie qualità solo per il raggiungimento della ricchezza, ne sono certo, impoverisce l’anima.
Quanto a Roma, credo che tra tutti i compiti elencati sembri il più impossibile quando invece potrebbe essere il più facile.
Si tratterebbe di convincere uno per volta i romani e anche i visitatori ad avere un comportamento civico che alla fine sarà molto piacevole anche per loro che potranno andarne fieri.
L’obbiezione più facile è quella che i romani sono tanti, ma s’inizia da uno e poi se c’è la volontà è come la catena di S. Antonio che in questo caso potrebbe essere usata per uno scopo benefico.
Convinciamo il primo che a sua volta ne convincerà due, che a loro volta ne convinceranno quattro e poi otto e poi sedici, trentadue, sessantaquattro, etc., etc..
Lo stesso vale per Napoli una volta cambiata l’amministrazione.
Magari poi quando saranno tutti convinti, per ribellione o per divertimento ripristineranno tutta la mondezza che avevano eliminato.
Per quanto riguarda invece quei circoli ristretti di solito politici ed economici, perché le due cose ormai camminano insieme, si può combatterli senza stancarsi o sfiduciarsi, ma dubito molto che si possa eliminarli.
Credo invece che si possa fare molto per alcuni autori dimenticati che avrebbero ancora tanto da insegnare e che possono essere pubblicizzati e spinti da parte di chi ancora li ama e credo che la gente alle volte è pigra ma se è sollecitata spesso reagisce in modo inaspettato.
In questo campo io, nel mio piccolo, qualcosa sto facendo.
Per quello che riguarda la mia salute, lascio fare al Padre Eterno, mentre per la politica, salvo non votare più chi si ritiene che non abbia un comportamento conveniente, non credo che possiamo fare molto altro, in questa contingenza.
Quanto poi ai magistrati, al loro comportamento e al loro sindacato politicizzato, questo forse è il problema che mi preoccupa di più, perché ci riguarda tutti e ognuno, perché in qualsiasi momento potremmo vederci coinvolti anche essendo completamente estranei ai fatti.
Sono cose successe un po’ troppo spesso ultimamente, un po’ per incompetenza, un po’ per mala fede e purtroppo non saprei quale rimedio usare se non scegliersi un buon avvocato che spesso neanche basta.
Una volta eravamo la patria del diritto, adesso non mi sentirei più di affermarlo.
Per quanto riguarda i giovani, rientrano in una parte del capitolo che riguarda l’attenzione verso gli altri, si tratta di eliminare il conflitto di generazioni e aiutarli anche se è molto difficile farsi ascoltare, anzi, tanto più se è così difficile.
Non stancarsi mai di farlo, non perdere di fiducia, i giovani sono come noi, esseri umani, tutti anche quelli che ci sembra di non capire.
Quanto ai cattivi professori, secondo me sono i più deprecabili e indegni perché tentano consapevolmente di minare alla radice una pianta che ha il diritto di crescere e rinforzarsi senza influenze che gli impediscano di farsi un’opinione personale e ponderata al momento della maturità.
Qualunque genitore si dovesse accorgere che il proprio figlio sta subendo un’influenza negativa di questo tipo, secondo me, ha il dovere di combatterla fino a mettere sotto accusa il falso maestro presso tutte le autorità competenti e arrivando, non ottenendo soddisfazione, sino ad allontanarlo da quel rapporto riprovevole.
Quanto a tutti gli altri argomenti, per alcuni una soluzione forse si potrebbe trovare del tipo di quelle appena espresse, per altri si tratta del tempo che passa e che porta il progresso in alcuni campi e ci toglie alcuni piaceri che forse saranno anacronistici, ma quanto erano gradevoli.
In ogni caso trattando tutti questi argomenti sia pure superficialmente, mi sono reso conto di quanti problemi difficili dovremmo affrontare che al solo pensiero il senso d’inadeguatezza mi assale e forse, dopo aver ben riflettuto, la soluzione migliore per me, penso che sia di sognare di meno, un po’ d’insonnia non ha mai fatto male a nessuno, specie alla mia età.
Spero che risulti chiaro che le soluzioni sopra descritte non hanno la pretesa di essere prese sul serio anche se un pò di verità c'è in tutte le cose, anche in quelle che sembrano campate in aria. Lo spirito che in ogni caso mi ha ispirato era ironico e senza nessuna pretesa, come in quasi tutte le cose che scrivo.
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