venerdì 27 maggio 2011

Impossibile non stroncare il libro di Eugenio Scalfari


Di nuovo v’invito a leggere un articolo di Veneziani, sapete che ho un debole per come scrive e soprattutto per le sue idee, non lasciatevelo scappare, ve lo consiglio.
Impossibile non stroncare il libro di Eugenio Scalfari
Di Marcello Veneziani
Ho comprato l’ultimo libro di Euge­nio Scalfari. Avrei voluto scriverne bene per tante ragioni: per avviare in modo unilaterale e cavalleresco la civiltà del dialogo, per dimostrare che noi siamo signori, e a differenza loro leggiamo e re­censiamo le loro opere, e quando c’è ta­lento e bellezza per noi non conta di che parrocchia sei; per distinguere il polemi­sta dall’umanista e dire che i tempi ci di­vidono ma il pensiero vola più alto. Avrei voluto scriverne bene anche per il rispetto che ho già espresso verso un ve­nerando duca del giornalismo, gran di­rettore che ha inventato un quotidiano di successo. Ero stato invogliato al libro di Scalfari dal bel titolo saffico (Scuote l’anima mia eros, Einaudi) e dal coro di recensioni in sua gloria. Non tanto quelle prevedibili della Casa, La Repubblica e il gruppo annesso, ma dal Corriere della sera, i peana in tv, le marchette di Fazio, le seratone dedicate a lui, con resoconti salmodianti, i saloni del libro.
Man mano che leggevo però mi chiedevo: ma che roba è, cosa pretende di essere? Cenni di teologia e filosofia, letteratura e poesia, musica e autobiografia in una chiacchiera da sa-lotto (ah, il solito salotto snob che non avrei voluto citare ma qui c’è, in tutto il suo dorato vaniloquio). Una messa cantata a se stesso con un tono da Maestro di color che sanno. Né pathos né pensiero. Asserzioni dilettantesche del tutto infondate e inspiegate si alternano a ovvietà imbarazzanti. Cito a grappolo e a esempio: «Le mitologie, le religioni, le culture che hanno affrontato il tema degli istinti hanno avute tutte come motivazione profonda la ricerca dell’assoluto»; ma non è assolutamente vero, da Aristotele agli illuministi, dai positivisti a Schopenhauer e Nietzsche fino a Freud hanno trattato degli istinti senza ricercare l’Assoluto. Oppure: «Potere e tristezza sono i due elementi dominanti dell’epoca che stiamo vivendo »; ma davvero il potere «dominante» è una novità della nostra epoca? O la tesi che nessun poeta moderno «ha sentito Eros camminargli sul cuore», ad eccezione di Garcia Lorca: ma scherziamo? Da Leopardi e Foscolo al romanticismo inglese e tedesco, dalla poesia francese alle poetesse russe, dai decadenti ai crepuscolari fino agli ermetici sono fiumi di poesie moderne e contemporanee sull’amore. E Scalfari sostiene che la modernità ha messo in fuga Eros... E ancora, secondo Scalfari «la trasgressione è cara agli dei» quando invece tutta la mitologia è piena di punizioni divine, l’ hybris , la trasgressione. I trasgressori vengono dannati dagli dei all’inferno, ridotti a piante o animali, tormentati e maledetti... O sciocchezze del tipo: «La mistica cristiana vive un rapporto di coppia nel rapporto con Cristo». O errori elementari come quello sul triangolo amoroso: «Si tratta di un triangolo isoscele nel senso che pende più da una parte che dall'altra »: se è isoscele ha due lati e due angoli uguali, se pende più da una parte non è isoscele ma scaleno (scuola dell’obbligo). Apprendiamo poi che «nel Settecento la valutazione dell’interiorità è ancora allo stato nascente» (si vede che da Agostino a Pascal avevano solo scherzato). O la formidabile scoperta scalfariana «dell’istinto di sopravvivenza della specie»; l’aveva fatta un po’ prima di lui Schopenhauer, ma Scalfari qui ricorda una gag di Peppino De Filippo che inventava brani musicali già celebri da secoli. Scalfari poi ci spiega finalmente che l’Essere di Heidegger è nient’altro che eros, ma non «quello di Parmenide sempre simile a se stesso ma quello di Eraclito che si realizza in continuo divenire». A veder confuso l’essere con l’eros, e il suo pensiero parmenideo con Eraclito,Heidegger si sarebbe gettato nel Reno. O banalità del tipo: «A me sembra che la nostra vita sia dominata dall'istinto di sopravvivenza » (ma davvero?) «l’infanzia è l’innocenza» (ma dai), «sono innocenti gli animali perché vivono secondo la loro natura senza consapevolezza» (ma sul serio?). «La desideranza che ci pervade coincide con la vita. Desideriamo la vita perché sappiamo che moriremo» (ma non mi dire). «Trovo molto significative sia le parole del Getsemani sia quelle del Golgota» (ma no, in duemila anni nessuno aveva dato peso alle parole di Gesù). E poi citazioni dannunziane di tre pagine e insensate autocitazioni dal proprio romanzo ancora più lunghe. Per finire: «Se volete un gergo più filosofico: l’ente che io sono è stato colorato di Eros»; no, questo non è gergo filosofico, è solo tintura. Come definire la filosofia erotica di Scalfari? Direi sciampismo. Tanto sapone, nessuna sostanza. Pensiero ridotto a chioma; non psicologia ma tricologia. A questo punto meglio Luciano De Crescenzo che vuol dilettare con la filosofia e non ergersi a maestro. Non ho antipatia per Scalfari, anzi. E non ce l’ho con lui; ognuno, me compreso, ha un gran giudizio di se stesso. Lui confessa la sua boria e boriosamente la ribattezza «albagia», per nobilitare pure la presunzione. Ma capisco e rispetto comunque il gran giornalista e la sua età; anzi, all’inverso dalle mie intenzioni, dopo il libro ho rivalutato il giornalista rispetto all’umanista. Quel che non sopporto è questa repubblica delle lettere così falsa e così cortigiana che incensa senza leggere o legge senza il minimo senso critico. Ma possibile che nessun filosofo o scrittore, nessuna libera intelligenza, senta l’impulso onesto di indignarsi davanti a queste venerate imposture e insorga per restituire verità a persone, idee e autori? L’atroce domanda che poi sorge, che sconforta e consola al tempo stesso, è: quante opere acute e profonde dove si avverte il respiro della bellezza, il tormento dell’intelligenza e il soffio della vera cultura vengono negate e ignorate mentre si esaltano i palloni gonfiati? È quello che fa rabbia, non la canuta albagia di un distinto signore in età grave. Marcello Veneziani.
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Che ne pensate? Io sono quasi totalmente d’accordo su quello che scrive, salvo il fatto che a me Scalfari non è per nulla simpatico, non vedo, con quel suo modo di porgersi, come lo possa essere per qualcuno e non lo reputo neanche un grande giornalista, ma, come già ho avuto modo di dire in precedenza, un grande intrallazzatore che ha usurpato una fama immeritata, attraverso appoggi politici ed economici.
Veneziani è sicuramente più accondiscendente di me verso un uomo che ha raggiunto un’età ragguardevole e forse meriterebbe rispetto, che però, non si è mai guadagnato e continua ancora adesso per il comportamento che tiene, a non esserne degno.
In questi casi l’età non conta più, ma prende il sopravvento il modo di agire e soprattutto di straparlare. 

11 commenti:

  1. Contento tu che apprezzi un povero scribacchino che non sa nemmeno cosa sia un triangolo isoscele!!!

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  2. A GIOVANNI, MI SA CHE NE' TE NE' SCALFARI SAPETE COSA SIA. VI CONVIENE TORNARE A SCUOLA (MEDIE).
    IL TRIANGOLO ISOSCELE HA DUE LATI E PERCIO' DUE ANGOLI UGUALI. LO SCALENO E' QUELLO CHE HA TUTTI E TRE DISUGUALI.

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  3. a Stefano torna a scuola assieme a Veneziani... è questione di punto di vista...
    ti copio da wikipedia così impari qualcosa: "Si definisce triangolo isoscele un triangolo che possiede almeno due lati uguali o un triangolo che possiede almeno due angoli uguali."
    Come sicuramente avrai notato... la regola non ti dice quale sia la base...
    prova a cambiare punto di vista!!! intelligentoni

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  4. A Giovanni, uno che scrive le cose che scrivi tu come testo è giusto che si rifeaccia a Wikipedia, nota per essere l'enciclopedia più completa e precisa.
    Se il triangolo pende da una parte non può essere isosclele sempre rappresentato con il lato più piccolo sotto. Se poi vuoi arrampicarti sugli specchi fai pure, a me non interessa e poi non mi sembra che quell'osservazione sia l'unica o la più importante tra le stupidaggini dette dal tuo amico.

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  5. hai proprio ragione... chi legge Veneziani non può andare molto oltre a quanto riportato da wikipedia.
    Ti faccio un copia incolla per aiutarti a comprendere:
    È importante notare che solitamente in geometria - in particolare moderna - le illustrazioni vengono considerate aiuti per la comprensione, non elementi chiave di un ragionamento formale. A maggior ragione, è sulla carta irrilevante, ai fini del ragionamento, l'orientamento con cui una figura è rappresentata in un disegno"

    http://it.wikipedia.org/wiki/Base_%28geometria%29

    D'altra parte, come dici tu... leggendo Veneziani è difficile andare oltre a "quanto viene di solito rappresentato"...
    quanto alle stupidaggini dell'amico... beh! probabilmente sono troppo complicate per chi come voi si ferma alle sole apparenze descritte da uno pseudofilosofo che avrebbe difficoltà ad essere ammesso all'esame di terza media.

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  6. A GIOVANNI: VERAMENTE SEI TU CHE HAI CITATO WIKIPEDIA. QUANTO AL RESTO SE VUOI VERAMENTE FARE UNA DISCUSSIONE SERIA QUALIFICATI,PERCHE' TU SAI CHI SONO E IO NO.
    IN OGNI CASO NON SO CHE ETA' HAI, MA IO CHE NON SONO GIOVANISSIMO E L'AMICO L'HO SENTITO PARLARE NUMEROSE VOLTE IN DIRETTA E HO LETTO DIVERSI ARTICOLI SCRITTI NELL'ARCO DI MOLTI ANNI. E' QUASI INSUPERABILE PER BANALITA' PER INCOMPETENZA, PER FAZIOSITA' E PER PRESUNZIONE INFINITA E IMMOTIVATA. IN ITALIA CE NE SONO TANTI DI BLUFF, LUI E' IL PIU' GRANDE DI TUTTI. AL PUNTO CHE TI CHIEDI COME HA POTUTO RAGGIUNGERE UNA TALE FAMA. LA RISPOSTA CE L'HO E L'HO ANCHE GIA' SCRITTA. COMUNQUE OGNUNO E' BENE CHE SI TENGA I SUOI IDOLI E I SUOI GUSTI VISTO CHE SIAMO IN DEMOCRAZIA.

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. E' vero siamo in democrazia... pertanto la mia opinione vale come la tua!
    Come in un triangolo isoscele, nel quale ci sono due lati di uguale lunghezza, eppure il vertice pende solo da una parte.
    Altri, invece di avvicinarsi alla verità, rincorrono un punto fuori dal perimetro, attirati dalle falsità e dall'arroganza di una persona che non ha nessun merito per permettersi di criticare coloro che non riesce nemmeno ben a a mettere a fuoco dalla sua limitata prospettiva.
    (ad abundantiam: qualche settimana fa non è stato nemmeno in grado di comprendere il significato del testo di una canzone di Vasco Rossi... con tutto il rispetto... ma è pur sempre Vasco Rossi!!!)

    Wikipedia: mi pare il nostro minimo comune denominatore... certo non è la Trecccani, ma, d'altra parte, non sempre si può sperare nelle comuni basi altrui. ;-)

    Qualificati: no comment... stessa tecnica del Giornale che leggi... dove non arrivano, abbaiano e ultimamente abbaiano tanto!

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  9. A Giovanni, potrei continuare a fare polemica visto le cose che dici che si presterebbero facilmente ad essere smentite, perchè ho il dubbio che non capisci o non approfondisci neanche quello che leggi, ma io non parlo con chi non ha il coraggio di dire chi è e non vedo cosa c'entri il Giornale.
    Per me è un addio.

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  10. boh! come credi:

    http://www.ilgiornale.it/cultura/impossibile_non_stroncare_il_libro_eugenio_scalfari/26-05-2011/articolo-id=525531-page=0-comments=1

    Ecco l'articolo di Veneziani pubblicato su Il Giornale del 26 maggio 2011, quotidiano del quale è editorialista.

    Nel commento chiedi "Che ne pensate?"... che fai adesso chiudi? Peccato, pensavo che volessi un confronto, quindi che fossi disposto ad accettare tanto la polemica quanto le idee difformi dalle tue...
    senza offese, ma le idee si possono confrontare anche senza qualificare le persone con patente e libretto!

    Comunque i più sinceri auguri di una lunga e ancor più Spensierata Vita!!!
    adieu!
    Giovanni

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  11. NON SI TRATTA DI CONFRONTARE LE IDEE, QUELLO E' SEMPRE POSITIVO, SE SI ISTAURA PER0' UNA VERA POLEMICA CHE SI PROLUNGA,IO NON MI FIDO DI CHI NON HA IL CORAGGIO DI DIRE CHI E' PERCHE' PUO' DIRE QUALSIASI COSA SEMZA PAGARNE LE CONSEGUENZE.
    SE NON CAPISCI QUESTO, CHE PARLIAMO A FARE? ADIEU

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