ROMA LA CITTA’ DEGLI ULIVI
Sono romano, vissuto sempre a Roma, e ricordo che era la città dei pini, dei lecci e dei platani.
Anche sulle stampe antiche, le sono andato a riguardare per avere una conferma, non si riesce a vedere altre piante.
Che Veltroni si sia creduto di stare in Toscana? Che abbia voluto toscanizzarci?
Ha secondo lui sistemato una piazza, Piazzale delle Provincie, facendo mettere una specie di costruzione al centro, indefinibile e incomprensibile e ci ha messo due alberi, un cipresso e un ulivo.
Stando così vicino al Cimitero monumentale del Verano che da un lato della piazza si scorge parzialmente, il cipresso forse un significato potrebbe anche averlo, come invito e per abituare un po’ per volta la cittadinanza all’avvicinamento a quel luogo così definitivo.
Invito i romani che passano lì a fare tutti gli scongiuri che vogliono e che conoscono.
I cipressi a Roma sono solo nei cimiteri, non è la Toscana o l’Emilia e da noi corre voce, proprio per quello, che portino anche male.
L’ulivo non lo comprendo proprio. Forse pensava di stare in Sabina o magari il motivo potrebbe essere politico essendo un simbolo ben definito, ma mi rifiuto di crederlo.
E non si è fermato lì perché successivamente ne ha fatti piantare altri cinque nella piazza precedente, Piazza Salerno.
Considerando che in tutto il quartiere contemporaneamente ha appaltato il rifacimento dei marciapiedi in uno stile che ricorda magari Parigi, ma per niente Roma, oltretutto più che raddoppiandoli come dimensione, in una zona nella quale il passeggio pedonale è molto scarso, bloccando, quasi completamente il traffico, in particolare in un viale che era uno dei pochi nei quali a Roma ancora si scorreva, diminuendo i parcheggi che già erano abbastanza limitati.
Meno male che non è più sindaco se no c’era da aspettarsi che togliesse i “sampietrini” e facesse mettere i lastroni di granito in sostituzione.
Se poi il pensiero va alla teca dell’Ara Pacis, a quello che è costata, ci si chiede: ma a Rutelli chi glielo ha dato il permesso di deturpare una delle più belle piazze di Roma?
Come gli è venuto in mente di piantare alberi di aranci lungo tutta una via del centro storico?
Nessuno ha detto a questi signori che ogni città, specie se importante, tanto più se è Roma, ha una sua caratteristica che va rispettata e che non può essere profanata impunemente.
Ma come si sono permessi? Ignoranti!
Uno dei due ha fatto anche il ministro della cultura, pensate a che livello siamo arrivati.
Vittorio Sgarbi sarà discutibile per i modi che usa, specie in televisione, per esporre i suoi argomenti, ma quando parla di stili, di estetica e di cultura, sa quello che dice e quando sostiene che stanno facendo più male di una guerra e dell’inquinamento, si avvicina molto alla realtà.
Stiamo parlando di due Sindaci, che oltretutto sono romani e dovrebbero tenerci alla loro città.
Chissà forse sognavano di vivere in Toscana, a Parigi o in qualche bella città della Sicilia, ma non è così, purtroppo sono stati eletti a Roma che non sono riusciti a distruggere neanche i barbari, meno male che non sono più in carica perché incomincio a temere che, se ancora ne avessero la possibilità, forse ci avrebbero provato loro.
Non c’è limite alla mancanza di cultura, di senso estetico, di rispetto per una storia così importante e se poi si pensa che è molto probabile che dietro a tutti questi appalti ci sia anche un giro di denaro non indifferente, mi viene una rabbia irrefrenabile.
Ma stiamo sereni perché, per fortuna, non hanno avuto il tempo di fare peggio e che i lanzichenecchi non potranno tornare, magari ce ne saranno altri forse altrettanto ignoranti, ma spero almeno un po’ meno presuntuosi e che di fronte alla maestosità di Roma non abbiano il coraggio di mettere le mani, limitandosi ad ammirare, incantati.
Nessun commento:
Posta un commento