Altro pezzo di Veneziani che riporto perché lo condivido e perché, non viene pubblicato su facebook e su twitter a differenza di molti altri suoi.
Me ne chiedo il perché, sperando che non sia per il fatto che non parla della politica spicciola e giornaliera o delle polemiche senza fine.
I pezzi nei quali prendeva per i fondelli esponenti di spicco della sinistra sono stati pubblicati, ma un buon giornalista-scrittore non può scrivere sempre di argomenti del genere, qualche volta sente il bisogno di occuparsi di problemi seri,di riflettere. E questo è un diritto che hanno anche i lettori, quando leggono. Se fossi il direttore di un giornale starei molto attento a privarli di articoli che escano dalla routine e li costringano a pensare.
Cucù di Marcello Veneziani
Vivere al massimo pur di pensare al minimo
Vivere e basta. L’altro giorno è uscito un album di Vasco Rossi, intitolato Vivere o niente che riassume questa sua filosofia che è poi la filosofia del nostro tempo. Vasco è un cantante esistenziale ed ha avuto una lunga e larga influenza come maestro del pensiero spensierato. E’ uno dei testimonial del nichilismo pratico in voga: velocità, droga, vita spericolata e piena di guai ma vuota di senso. Vivere al massimo, perché la vita è un nulla nelle mani del caso. Non esistono verità eterne, meglio donarsi al diavolo, sostiene Vasco nel suo manifesto futurista. Poi però quando canta, il cattivo maestro sa essere accattivante e sa entrare nell’anima, pur dicendo che l’anima è solo chimica.
Vivere o niente è uscito lo stesso giorno di Vivere non basta, un libro uscito nel più assordante silenzio, che svolge la tesi esattamente opposta a Vasco Rossi. Seneca contro Vasco. Vivere non basta sostiene, al contrario, che la vita ha un senso e un destino, che non siamo solo chimica ma anche anima. E che la vita va dedicata e non solo vissuta, che bisogna darsi un compito per vivere e per non perdersi nel caos e nel caso, o nelle sole pulsioni biologiche e animali. Vasco Rossi è l’ispiratore al rovescio di questo testo, di cui ometto l’autore, ma insieme a tanti cattivi maestri: pochi di loro sono filosofi, piuttosto si tratta di mariedefilippi,fabrizicorona,madonneciccone. Ecco il bipolarismo esistenziale del nostro tempo, altro che destra e sinistra, berlusconiani e antiberlusconiani. Molti pensano che il ribelle sia lui, Vasco, ma lui in realtà induce a conformarsi a questa società emotiva e disperata, che vuol vivere al massimo e pensare al minimo: vivere la vita come un’esplosione di energie e una discarica di eccessi, sregolata e insensata. Vasco riceve in giro lauree honoris causa. Se Vasco il cantautore tiene lectio magistralis all’Università, notavo altrove, allora Ratzinger, il dotto, tenga un concerto rock al Palaeur. A uno la laurea honoris causa, all’altro la lode canoris causa. Però il ribelle non è Vasco, ma Seneca. O Ratzinger. Perché pensare ad alta voce è oggi il vero atto osceno in luogo pubblico.
Che ve ne sembra? Sono cose che non dice mai nessuno, ma fermatevi a pensarci e forse scoprirete che non è molto lontano dalla realtà e che è indispensabile che ogni tanto qualcuno abbia il coraggio di esprimere questi concetti, anche con il rischio che non li legga nessuno o quasi.

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