sabato 2 aprile 2011

MARCELLO VS BLASCO


 

MARCELLO VS BLASCO

L’articolo di Veneziani che ho pubblicato ieri ha provocato una replica, sorprendentemente, ben scritta sullo stesso quotidiano, di Vasco Rossi, piuttosto risentito soprattutto di essere stato frainteso sulle sue reali intenzioni riguardo al significato delle sue canzoni.
Il cantautore sostiene che il personaggio che gli è stato creato dai giornalisti non rispecchia per nulla la sua idea di vita, sia nel contenuto dei suoi testi, sia in quella reale.
Per avvalorare questa tesi, descrive la sua vita, nega di essere o essere mai stato un tossico e rivendica il suo diritto a ricevere una laurea Honoris Causa in scienza delle comunicazioni e conclude sostenendo che si sta parlando di canzonette e che Veneziani, definito, in fondo, come un “parruccone”, dovrebbe occuparsi della sua materia e non di prodotti che nascono solo per dare emozioni e non messaggi intellettuali.
Oggi naturalmente arriva la replica di Veneziani sul Giornale, come c’era da aspettarsi.
Il filosofo chiarisce di non avere nessun fatto personale con il cantante, anzi, una certa simpatia, ma che non è possibile negare che Rossi ha rappresentato per anni il simbolo di chi intendeva la vita in un certo modo e lui non può negare di averlo saputo e creato su quello una fama e un seguito importante.
Non importa come lui si comporti nella vita, importa il messaggio che manda, anche se fosse involontario perché basta che sapendolo, ne approfitti.
Quanto alle lauree, non è sufficiente dare emozioni per insegnare all’università e se s’impegnerà a non insegnare, lui promette di non occuparsi di canzonette.
Tutto questo in sintesi, perché per chi volesse seguire la polemica in modo più approfondito basterà comprare Il Giornale, oppure aprire il computer sulla pagina di facebook o di twitter, visto che questa volta, coinvolgendo un personaggio famoso, gli articoli sono stati tutti pubblicati.
Personalmente non mi è facile dare un giudizio perché ammiro molto, come ho dimostrato molte volte in precedenza, Marcello Veneziani, ma ho anche una spiccata simpatia per Vasco.
Sicuramente su una cosa Veneziani ha ragione ed è che Rossi ha sfruttato la fama, attribuitagli a torto o a ragione, di uomo pronto a qualsiasi esperienza e a qualsiasi avventura e che quando le sue canzoni andavano a ruba e lui era osannato da un certo tipo di personaggi, non ha preso la penna e ha scritto: “Guardate che vi state sbagliando, io sono un brav’uomo, ho una famiglia, dei figli e non ho mai fatto uso di nessuna sostanza”.
Anche sul fatto, ma la responsabilità non è da attribuire a Rossi, di dare, come sta succedendo un po’ troppo spesso, una laurea a un cantautore o a un personaggio dello spettacolo, sembra ingiusto, non solo perché, per avere una laurea ci vogliono altre qualità, ma anche perché, facendo così, si sminuisce il lavoro di tutti quelli che se la sono guadagnata con anni di studio.
La parte della lettera di Vasco sulla quale Veneziani calca maggiormente le sue obbiezioni e sulla quale anch’io devo convintamente dargli ragione, è sentirsi trattato come un retrivo studioso privo di emozioni.
A mio modesto avviso, pur essendo un valente filosofo e un ottimo giornalista, avendo letto diverse cose scritte da lui, qualsiasi sia l’argomento, non lo propone mai freddamente, senza analizzare, di solito, anche il lato umano ed emozionale ed è questo che me lo fa stimare più di altri che magari non sono inferiori a lui come qualità intellettuali.
Insomma secondo me non basta il cervello, le qualità culturali e intellettuali, ci vuole anche l’umanità, la comprensione umana e come dulcis in fundo, un pizzico abbondante d’ironia.







 



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