mercoledì 6 aprile 2011

PER FAVORE…FERMATELO


PER FAVORE…FERMATELO

Da un po’ di tempo avrei preso la decisione di non occuparmi più di politica.
Il problema è che non puoi aprire un qualsiasi giornale o la televisione su qualsiasi canale, che prima o poi, ti ritrovi di fronte alle solite polemiche, a discussioni che anche se cambia l’argomento ormai si somigliano tutte.
Ne ho vissute molte  di legislature, ma una così litigiosa non la ricordo, malgrado gli appelli del Presidente della Repubblica.
Osservando obbiettivamente, posso senza tema di smentita dire che gli attacchi specie quelli personali, vengono tutti dalla stessa parte, la sinistra, perché gli altri replicano ma raramente offendono il singolo parlamentare.
Naturalmente la cosa è comprensibile perché gli uni hanno interesse a mettere in cattiva luce chi governa, soprattutto uno, e gli altri vorrebbero governare senza ulteriori problemi oltre a quelli che già ci sono.
Insomma una lotta particolarmente accesa e senza esclusione di colpi che non fa bene al paese e non da un bel ritratto della classe politica, non giustificabile ma ancora comprensibile nelle sue motivazioni.
Anche se per la legge delle probabilità, non mi sembra possibile che tutto quello che fa il governo dalla più piccola alla più importante, siano sempre e comunque totalmente sbagliate.
A parte questo,quello che, secondo me, non è più comprensibile e accettabile è il linguaggio, perché su quello si è passato il limite del buon gusto e della buona educazione.
In certi casi, a me sembra, anche del Codice Civile.
Lo avete ascoltato parlare Di Pietro?
Io non ricordo di aver mai sentito pronunciare prima, certe parole in Parlamento. Vere e proprie offese personali, ingiurie che rasentano reati, ma che, venendo da un ex magistrato, evidentemente, non lo devono essere, oppure lo sarebbero, ma si preferisce sorvolare per non impelagarsi nell’ennesima causa civile.
Rimango sbigottito e so che non potrei fare il parlamentare e accettare certi epiteti, tipo coniglio, truffatore, venduto, mercato delle vacche, etc., anche alla mia tenera età e privo armai di forza fisica, credo che non avrei potuto trattenermi dal mettergli le mani addosso, commettendo un reato e perciò cadendo nel suo tranello.
Ma questa gente se lo ricorda che è in Parlamento, che dovrebbe rappresentare al più alto livello la democrazia di una nazione e anche il massimo del pensiero italiano?
Quello è un luogo che hanno frequentato molte delle più grandi menti della nostra storia, grandi parlatori e grandi pensatori, si potrebbero fare molti esempi in particolare tra i senatori a vita.
Che vergogna!
Di Pietro non sa neanche l’italiano e poi accusava la Gelmini di aver voluto fare la riforma dell’Università, anche se per lui sarebbe stata più idonea la riforma della scuola media, istituendo l’obbligo della rifrequentazione per chi palesemente dimostrasse di non conoscere la lingua, magari insieme agli extracomunitari che cerchino di ottenere la cittadinanza.
Spero che la gente rinsavisca e che alle prossime elezioni si ricordi di questi comportamenti e se, chi lo ha votato, ha gradito,  di essere rappresentato da Di Pietro in questo modo.
Amo profondamente il mio paese e provo dolore a vederlo ridotto così e lo dico con sofferenza: quando parla Di Pietro, io faccio come il grande Gaber:  Non mi sento italiano.


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