venerdì 1 luglio 2011

SONO STATO STESO DA UNA BELLA RAGAZZA


 SONO STATO STESO DA UNA BELLA RAGAZZA
Con oltre quarant’anni di guida a Roma e in quasi tutta Italia, sono andato a farmi “arrotare” in un’isola delle Canarie da una ragazzina con la macchina più piccola che esista, la Smart.
Per mia fortuna mi ha preso parzialmente perché ero sul ciglio della strada e non avevo ancora iniziato ad attraversare, ma ugualmente mi ha fatto dei danni che avrei evitato volentieri, soprattutto mi ha rovinato gli ultimi giorni di vacanza.
Come raccontano tutti coloro ai quali è accaduto qualche tipo di trauma, in genere si ricorda tutto meno il fatto specifico, proprio il momento preciso dell’impatto.
Infatti, non rammento proprio l’attimo in cui sono stato colpito.
Probabilmente istintivamente si rimuove, perché non si vuole ricordare o perché essendo un fatto improvviso e inaspettato non si riesce a razionalizzare.
Comunque sia, non credo che abbia poi grande importanza sapere con esattezza l’accaduto e poi forse dipende anche dal fatto che ero girato e non ho visto arrivare la macchina.
Chi ricordo bene, è una giovane quasi piangente e un’ambulanza che mi ha caricato e che, pur dovendo fare un percorso abbastanza breve, con i suoi sballottamenti credo mi abbia fatto più male dell’investimento in sé.
Negli ultimi quattro anni sono finito tre volte al Pronto Soccorso, negli anni precedenti mai, se continua così dovrò fare un abbonamento magari per i posti di prima fila. 
Posso, in ogni caso, certificare che quello di Tenerife non è meglio di quello del Policlinico di Roma quanto ad efficienza e professionalità, nonostante la pessima fama di cui gode il Nosocomio romano.
Di tutta questa storia, però, c’è solo una cosa che mi colpisce e per la quale sento il bisogno di scrivere.
Sino a pochi anni fa e vi assicuro che non esagero in vanteria, le ragazze di quell’età quando mi prendevano di mira non era mai per usarmi come un birillo da bowling e questa è una costatazione per niente piacevole.
Questo è un fatto inconfutabile che è accaduto di colpo, senza darmi un preavviso, come una scadenza inaspettata e indesiderata, molto spiacevole.
Sono diventato vecchio?
Ho paura di sì.
Non lo avrei mai creduto che sarebbe capitato anche a me.
Non così presto, almeno.
Dopo l’incidente, aspettando l’ambulanza, mi avevano messo seduto su una sedia e sentivo i commenti della gente fatti a voce alta, come se io non ci fossi, anche se io ero lì, un po’ intontito ma perfettamente vigile.
“Non stava sulle strisce, chissà dove aveva la testa!”
Insomma sotto, sotto, considerandomi un po’ rincoglionito, dimenticando però che non credo che esista nel Codice stradale spagnolo, una norma che dica che una persona fuori dalle strisce deve essere investita.
Eppure la ragazza al volante era giovanissima.
In questo momento, sono tutto ammaccato, indosso una fascia elastica sul torace per via di una costola presumibilmente incrinata e che fa un male cane, un tutore al polso per tenerlo bloccato, ho un occhio pesto, che sarebbe stato meritevole di alcuni round con il campione italiano di pugilato, un braccio gonfio che ha raggiunto le dimensioni di una coscia, varie ferite a una gamba e un ematoma all’altra mano che m’impedisce alcuni movimenti.
Insomma, “Ecce Homo”.
Non mi deprimo però, anche se pare che la gente mi consideri un vecchio, che alle ragazze non interessi più, che per qualcuno anche il cervello non sia più quello di una volta.
Nego tutto questo, un po’ perché sono convinto di avere ancora realmente molte chance, un po’ perché forse inizio a essere veramente rincoglionito e non rendendomi conto della realtà tendo a respingerla.
Qualunque sia il vero motivo, al contrario di un grande uomo che asseriva di avere un “Grande futuro dietro le spalle”, io sono convinto che, non appena sarò riuscito a rimettere insieme i miei pezzi, mi aspetta ancora un grande avvenire pieno di soddisfazioni, alla faccia di chi guida senza guardare bene la strada.


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