TRENTOTTO ANNI
Trentotto anni di matrimonio oggi e sei di fidanzamento sono quarantaquattro.
Non male, anzi molto bene!
Non siamo più la coppia giovane e bella che era guardata con ammirazione e da qualcuno, perché quelli non mancano mai, con invidia.
Non siamo ancora vecchi ma un po’ di acciacchi ci hanno, pur non invitati, raggiunti, specialmente me.
Non mi lamento perché, per uno che poteva essere morto, sto abbastanza bene. Basta sapersi accontentare, pur senza rassegnarsi.
Rita fisicamente sta sicuramente meglio di me, ma qualche problema psicologico l’ha dovuto affrontare e questo ha inciso anche sul fisico.
Sembra alle volte, dall’esterno, che le mie malattie abbiano colpito più lei di me.
Naturalmente non è così, perché la perdita di efficienza fisica che mi ha colpito negli ultimi quasi quattro anni, peggiorando sempre, nonostante le cure, per fortuna non hanno toccato lei che ancora è forte ed efficiente.
Si tratta più di una questione psicologica.
Ci amiamo molto, forse più di prima, almeno da parte mia, ma lo slancio sessuale si è un po’ sopito, come purtroppo si prevedeva dato il tipo di cura che ho ricevuto, ma malgrado questo non ci ho ancora rinunciato del tutto e se ci sarà una possibilità di resurrezione sicuramente non me la lascerò scappare.
Molti ci chiedono come avete fatto a stare insieme tanto tempo e penso che questa sia una domanda che è rivolta a tutte le coppie longeve, ottenendo risposte di tutti i tipi, com’è giusto, perché non credo che esista una ricetta che vada bene per tutti.
Mia moglie che sta seguendo quello che scrivo, mi ricorda un’intervista televisiva di alcuni anni fa a una vecchietta centenaria veneta.
Alla solita banale domanda: “Come ha fatto ad arrivare a quest’età?”
Lei rispondeva con meraviglia e saggezza: “Gò cercà de non morir”.
La troviamo un’uscita meravigliosa.
Secondo me, per noi si è trattato di un grande amore, che pur subendo alti e bassi in certi momenti della vita, specie da parte mia, è comunque rimasto sempre, stabilendo una continuità che ha permesso di superare anche quei momenti.
Anche in quelle occasioni in cui mi sentivo meno preso da mia moglie e magari distratto da altri interessi, non mi è mai passato per la mente, neanche per un attimo, di separarmi da lei.
Non posso, non ho mai potuto e credo che mai potrò, prevedere la mia vita senza e spero anche lei la penserà nello stesso modo fino alla fine, perché non si sa mai.
Sarò strano, sarò malato, che ci posso fare?
La sua opinione è sicuramente più lapidaria: “Amando e….un po’ di culo”.
Non è però, molto diversa dalla mia. Forse io ho fatto un lungo discorso per dire alla fine la stessa cosa. E’ piuttosto evidente che su questo argomento mi manca la concisione.
Considerando quanto poco durano adesso i matrimoni, almeno in una grande percentuale, forse siamo noi gli anomali.
Sento parlare anche tra le coppie che stanno insieme da molto, di adattamento, di accomodamento e purtroppo anche di rassegnazione.
Un po’ di adattamento è sicuramente necessario perché ognuno di noi anche se si è molto affini non può essere completamente uguale, come abitudini, come gusti, come tempi, ma tra noi credo che non ci sia mai stato un problema di accomodamento e tanto meno di rassegnazione.
Oggi è la nostra festa e bisognerà onorarla in qualche modo, anche se non ho ancora le idee molto chiare.
Ricordo che i primi anni e per molti di seguito compravo una rosa rossa per ogni anno di matrimonio, fino a che, superati i trenta, ho smesso perché cominciava a diventare un po’ troppo impegnativo, avendo dovuto comprare un porta ombrelli per contenerli tutti sia per la quantità che per l’altezza degli steli.
Siamo al mare e la prima cosa che mi viene in mente è andare in un bel posto a fare il bagno e anche in un bel ristorante, ma questo rientra nella normalità e non qualifica la giornata come particolare.
Aspettare la notte e andare a suonare tutti i campanelli della strada, che si caratterizza per il totale silenzio, non mi pare il caso anche perché non sarei in grado di scappare velocemente.
Andare per negozi e spendere in un giorno quello che doveva durare tutta la vacanza, non mi sembra intelligente e neanche tanto divertente.
Scoprire qualche nuovo posto nell’isola e se dovesse essere molto bello assumerlo come nostro, a ricordo della giornata, potrebbe essere una buona idea.
Andare in giro fingendo di camminare come andicappati, come facevamo spesso da giovani, solo che adesso non sarebbe tanto divertente perché ci prenderebbero sul serio.
Troppo spesso ultimamente mi trovo con grande disappunto a dover accettare offerte di aiuto da ragazze che sino a pochi anni fa, nonostante la differenza di età, avrei corteggiato, spesso, anche con un certo successo.
Andare al cinema, a vedere un film drammatico, naturalmente parlato in spagnolo, e buttare tutto in burletta, come facevamo i primi tempi da ragazzi, sino a rischiare di essere cacciati dalla sala, per il troppo ridere che disturbava gli altri spettatori. Si potrebbe fare.
Ma forse, a parte il mare e il pranzo, non faremo niente del genere, soprattutto niente di particolare, perché più tempo passa e più mi convinco che la festa siamo noi due e se dovessi fare un bilancio di tutti questi anni dovrei dire che anche nei periodi più difficili, i momenti più belli della nostra vita li abbiamo trascorsi insieme, più mi sforzo e più non riesco a ricordare un momento veramente felice, trascorso da solo.
Perciò, noi due insieme appassionatamente per tutto il tempo che resta.

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