giovedì 16 giugno 2011

RAGAZZI, CAMBIANDO ANDREMO A STARE MEGLIO?


 RAGAZZI, CAMBIANDO ANDREMO A STARE MEGLIO?
Ieri sera, a distanza di tanti anni, ho rivisto un film del 1953, “Giulio Cesare”, tratto da William Shakespeare, di Joseph L. Mankiewicz, con Marlon Brando, James Mason e molti altri attori famosi.
L’ho rivisto con piacere perché, quando c’è di mezzo Shakespeare, si ha come minimo la garanzia di un dialogo ad altissimo livello e di una storia strutturata bene, anche se, in questo caso, si trattava di fatti veri, sia pure elaborati dall’autore.
A parte l’interpretazione degli attori, tutti ad alto livello e oltretutto doppiati benissimo, quello che mi ha colpito di più, anche se già lo sapevo, è quanto in politica non sia cambiato niente, da allora ai giorni nostri.
Basta che una parte degli avversari convincano, un gruppo abbastanza nutrito, che chi governa è tutto il male possibile per la nazione, inizino a ridicolizzare i suoi atteggiamenti, a rigirarli in senso utilitaristico per lo scopo desiderato e molti, che prima magari lo avevano votato e approvato, cominciano a pensarne male, e quando inizia questa parabola è difficile da fermare.
Qualcuno di questi (in genere pochi, per la verità) forse, è spinto da una motivazione reale, ma la maggior parte, solo dal desiderio di potere.
Non voglio dire che tutto ciò sia stato fatto a Berlusconi. Certamente non si è, ancora, arrivati alle pugnalate, alcune delle cose che si dicono di lui, magari in parte se le sarà anche cercate, ma quello che sta succedendo adesso al livello di opinione pubblica, soprattutto nella rete, non è motivato e soprattutto non è giusto.
Quello che sicuramente si può notare è che i suoi avversari non parlano bene come i personaggi di Shakespeare, né hanno una statura politica paragonabile, ma neanche Berlusconi ha, per il momento, il suo Marco Antonio.
Devo costatare però, che, nonostante le cose che dicono, a mio modesto avviso, è un uomo di primordine che, se non ci lascia la pelle, avrà modo di rifarsi o di vivere una vita felice e serena anche senza la politica.
Alcuni, è certo, stanno sottovalutando il fatto, proprio come sul Giulio Cesare, che una volta tolto di mezzo, in qualche modo, il personaggio ingombrante, cosa resta?
Nel nostro caso non una guerra civile, perché i tempi non sono più quelli, sicuramente una diffusissima abbondanza di uomini senza o con poca qualità e la speranza che qualcuno di questi, sarebbe meglio, un personaggio completamente nuovo, sappia prendere per mano il paese.
Quello che a mio avviso, è chiaro è che ognuno ha il suo Bruto e soprattutto il suo Cassio.
Ricordo nel film quando Cesare parla di Cassio che, pur non dicendolo esplicitamente, è chiaro che lo ritiene un nemico, riporto con parole mie:
“Lo vorrei più grasso, legge molto e non si abbandona a un sorriso o a un divertimento e se gli accadesse, rimprovererebbe se stesso per averlo fatto; preferisco circondarmi di gente allegra che dorme la notte, non di chi non si mette il cuore in pace sino a che vede qualcuno vicino a sé, più grande di lui; per questo, diventa pericoloso”.
Non vi ricorda qualcuno?
Magari un deputato dell’opposizione, magro, serissimo, quasi austero, con il chiodo fisso delle dimissioni del Governo e che solo ultimamente, certamente perché consigliato, abbozza, quando parla, qualche sorriso e qualche ironia.
Gli devono aver spiegato che la vita, anche quella politica, non si svolge al cimitero.
Ma questo è solo uno dei tanti Cassio della politica italiana, ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta, il problema semmai è Bruto.
Bruto ha tradito, ma gli si riconosce la buona fede e la purezza di spirito che l’ha spinto a un atto così grave verso una persona da lui amata per salvare, dal suo punto di vista, Roma.
Concludendo, Bruto è un idealista, ma quanti ce ne sono attualmente che sono a lui paragonabili?
Quando si parla di un traditore, spesso si cita Bruto come esempio, molto erroneamente, perché a lui da sconfitto sono state concesse l’onore delle armi e gli è stata riconosciuta l’onestà intellettuale. Solo a lui, a nessun altro dei congiurati.
Perciò non può essere considerato un vero traditore, ma un uomo che si è battuto con chiunque per quello che erano le sue convinzioni.
Credo che, in questo momento, nessuno dei personaggi di primo piano della politica italiana, possa avvicinarsi per analogie a un uomo di quello spessore, anche intellettuale.
Ne deriva, che tutti quelli che stanno cercando di togliere la sedia di sotto a Berlusconi, e non parlo solo dei politici, ma comprendo anche i giornalisti, e sono moltissimi, i magistrati e sono pochi anche se con grandi mezzi, i comici, tanti, alcuni solo per sbarcare il lunario e perché in questo momento va di moda, altri con uno scopo politico ben preciso, lo fanno per interessi personali e per scopi utilitaristici, salvo rarissime eccezioni.
Tutto questo fa parte della politica, quella reale, quella che non vorremmo, ma che invece è proprio così.
Mentre, quella fatta d’ideali, di parole date, e di verità, non esiste, come ammette diversa gente che ha le qualità, ma non ha più l’interesse di negarlo.
Tutto ciò è bene che lo sappiano anche i ragazzi, alcuni dei quali, forse ancora ci credono, e che sollecitati, mettono su goliardate in internet, che possono, e non so sino a che punto se ne rendano conto, fare molto male, sia alle persone verso le quali sono dirette, che al paese.
State attenti, che una volta che si è passato un certo limite, non si torna più indietro e il male che è stato fatto non si può più riparare.
Riflettete bene, ragazzi, “marcantoni”, sia per personalità, coraggio e dimensioni, non se ne vedono più in giro da molto, attenti a non creare una situazione che ci faccia cadere dalla padella nella brace.

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