domenica 20 novembre 2011

UNA NOTTE IN CAMPAGNA




UNA NOTTE IN CAMPAGNA

Le case di notte parlano. Se poi sono case di campagna abbastanza grandi, con un po’ di terreno intorno, con animali propri dentro e fuori e qualcuno intruso insonne o notturno, i rumori si moltiplicano e non sempre sono tutti riconoscibili.

Se si ha l’avventura di trascorrere una notte da sveglio, diventa quasi un gioco cercare di capire la provenienza di ogni suono, rumore o fruscio.

Per cominciare gli elettrodomestici hanno una loro vita e se il frigo manda un grido, la caldaia risponde, mentre un mobile sembra inviare un lamento, una richiesta di aiuto.

Ci sono momenti che qualcuno sembra entrato in casa, ma l’allarme dura pochissimo perché ci si rende subito conto che si tratta di altro.

Qualche gatto sembra che non possa fare a meno di litigare proprio in quel momento e, in questo caso la cosa dura a lungo, perché prima di menarsi, che non sempre succede, se ne devono dire di tutti i colori e sempre più arrabbiati, innalzando canti con mille variazioni.

In certi momenti si sente raspare la terra alcune volte anche molto rumorosamente che farebbe pensare ad animali di grandi dimensioni.

Altre volte sembra che bussino alla porta mentre ti rendi conto che qualcuno dei tuoi piccoli amici si è solo sistemato meglio contro l’entrata.

Continua così per tutta la notte con molti rumori ancora, che non sono in grado di definire, non essendo nato in America e non essendomi diplomato guida indiana।

Poi a una certa ora, per poco, sembra che tutto si plachi, quasi in attesa che comincino gli uccelli che non hanno niente da invidiare alla più grande orchestra del mondo soprattutto per quantità ma, spesso, anche per qualità.

Quello è il segno che un nuovo giorno è iniziato ancora più del grido del gallo che ormai si sente poco perché, o sono di meno, o hanno più sonno di prima।

Alzandoti, ti rendi conto che ti sei perso almeno un terzo della tua vita, che c’è tutto un mondo al quale non hai partecipato neanche da spettatore e ti domandi come sarebbe stato vivere di notte, specie immerso nella natura.

Difficile dire, almeno per me se sarebbe stato meglio o peggio, so di aver fatto la vita che mi è stata permessa, cercando di personalizzarla il più possibile ma non potendo cambiarla totalmente e forse neanche volendo.

Ognuno di noi, salvo rarissime eccezioni, è attaccato a una serie di cose molto concrete, molto terrene, poco spirituali, che se vengono a mancare ci sembra di aver vissuto invano.

Nella realtà se ti fermi a pensarci, di quasi tutte se ne potrebbe fare tranquillamente a meno restando sempre se stessi, magari anche più felici, specie se si riesce a sostituirle con altri valori.

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