Un caro amico mi scrive:
E' stata una buona estate. Il primo periodo in cui ho provato sensazioni non solo di disperazione camuffata da adrenalina. Come se fossi approdato in un luogo dove il dolore della vita diventa uno stato di conoscenza. Un luogo che ti permette di vederti e di vedere il mondo con gli occhi di una vera sapienza che il tempo della tua vita ti concede a piccole dosi. Come se a un certo punto tutto ti apparisse non una gioia o un dolore ma una corollario di condizioni diverse cui l'anima nostra è costretta a sottoporsi per arrivare a capire. Alcuni la chiamano saggezza, altri, più cinicamente, senilità ma io, che del tempo ho un concetto molto, molto poco esatto, la definisco 'percorsoconapprodo'.
Un approdo in cui c'è il mio passato, i miei amori che sono scomparsi alla vista degli occhi, gli amori che invece vedo e che vedrò fino a quando ci sarò. Tutti insieme verso la stessa strada, anche con coloro che ho biasimato o che mi hanno biasimato, che non ho capito o che non mi hanno capito, che non ho condiviso o che non mi hanno condiviso, che ho giudicato o che mi hanno giudicato. Insieme, protesi per raggiungere quella pace dinamica, perfino allegra, dove la musica è il primo linguaggio e l'armonia l'unica legge che tutti regola guarendoci dal dolore della nostra condizione.
E io:
Con molto piacere rispondo alle tue considerazioni dell’altro giorno, perché mi rassicurano sullo stato di salute delle tue emozioni, perché m’incoraggiano su una convinzione che ho da sempre che, con il tempo, si è andata rafforzando e perché mi hanno fatto tornare la voglia di scrivere che per un po’ mi era passata e di questo non posso che ringraziarti.
Sono convinto da sempre che quest’omino, piccolo, piccolo, tanto vituperato, di solito giustamente, tanto indifeso, tanto insignificante di fronte all’universo, abbia spesso dentro di se una forza che gli permette, oltre alle innumerevoli opere dell’ingegno di cui ha fornito prova, da sempre, di superare disgrazie, guai o malattie, anche se gravissime e definitive, inimmaginabili per la maggior parte degli osservatori che, essendo anch’essi uomini, tendono di frequente, stranamente, a non riconoscere le proprie potenzialità.
Alcuni riescono a sublimare i problemi con la musica, con nuovi amori e rilucenti amicizie, con le soddisfazioni sul lavoro, tenendosi occupati il più possibile, altri lavorando all’interno di se stessi, che, secondo me, sarebbe la parte più difficile, se non fosse che ognuno è fatto a suo modo.
Poi c’è chi ha la fortuna di avere accanto un grande amore e malgrado tutte le chiacchiere, in due si lotta meglio, si finisce per costituire un corpo unico più resistente anche alle peggiori intemperie.
La serenità, però non si può condividere, è dentro di noi, tutto sta a saperla tirare fuori e su questo credo che nessuno ci possa aiutare, ammesso che sia un traguardo possibile da raggiungere in assoluto.
E’ un grande lavoro verso il quale, a volte inconsapevolmente, tendiamo un po’ tutti, non riuscendo quasi mai a raggiungerla se non per brevi periodi, ma quello che conta, a mio modesto avviso, è la ricerca, senza la quale, niente vale più la pena, almeno credo.
Ho scritto abbastanza di recente che mi piacerebbe diventare “tenero” e nello stesso tempo divertente, non credo che ci riuscirò mai, ma, per me quella è la serenità, il mio bersaglio, il completamento di una ricerca.
Sarei felice anche di raggiungere la consapevolezza di James Stewart in Harvey, quando dice e te lo fa credere: “Mia madre mi diceva che nella vita bisogna essere o molto intelligenti o molto amabili, io avrei preferito l’intelligenza, ma sono diventato amabile”.
Si tratta evidentemente di mie illusioni, ma ti confesso, che mi piace molto sognare quello che potrebbe essere e non sarà, anche se, chi l’ha detto che per forza sia impossibile?
Per cambiare discorso la mia estate con tutta la buona volontà, non posso dire che sia stata come la tua, per usare un eufemismo, poteva andare meglio, ma magari anche peggio.
In fondo sono ancora qui a parlare con te, non sono in grado di fare tutto quello che vorrei, ma ti assicuro che faccio quasi tutto quello che posso.
Ti sembrerà strano che chi per tutta la vita ha cercato le complicazioni, di misurarsi con le difficoltà e quando non era possibile, trovava il modo per inventarsi problemi da risolvere, adesso cerchi la pace e la serenità.
Anche a me.
Questa è la vita, tanto per aggiungere una banalità.
Come sarà domani?.....Forse bellissimo, chissà?
Non fa male pensarlo.
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